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Fed: il timore si chiama inflazione

Fed: verbali riunione di luglio

Fed: verbali riunione di luglio

Data di pubblicazione 22 agosto 2025
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Fed: verbali riunione di luglio

Fed: verbali riunione di luglio

Dai verbali dell'ultima riunione si evince che la vera paura è, ancora, il carovita

Dai verbali della riunione dello scorso luglio emerge un quadro chiaro: per la maggioranza dei 18 membri del comitato, il rischio principale rimane l’inflazione, più pressante rispetto alle possibili debolezze del mercato del lavoro. L’aumento dei prezzi si mantiene sopra il 2% da un periodo prolungato, e cresce la preoccupazione che le aspettative di lungo termine possano progressivamente disancorarsi.

Un tema che ha diviso i membri della Fed è quello dei dazi commerciali. Il presidente Jerome Powell ha minimizzato l’impatto, definendolo potenzialmente temporaneo, ma altri hanno messo in guardia sul fatto che gli effetti sui prezzi al consumo potrebbero emergere con lentezza e diventare più persistenti del previsto.

Sul fronte dei tassi di interesse, la Fed ha scelto di mantenere il corridoio tra 4,25% e 4,5%, giustificando la decisione con l’elevata incertezza economica. Il mercato del lavoro viene ancora descritto come “solido”, ma l’inflazione resta troppo alta. Non tutti, però, hanno condiviso questa linea: due esponenti hanno votato contro, esprimendo timori per l’indebolimento dell’occupazione.

I dati macroeconomici più recenti raccontano un’economia in chiaroscuro. L’inflazione all’ingrosso ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi tre anni, segnale che le imprese stanno trasferendo i maggiori costi ai consumatori. Al contrario, il mercato del lavoro mostra segni di rallentamento, con un tasso di disoccupazione salito al 4,2%.