Sud Corea: le esportazioni sorprendono. mentre l'inflazione...

Corea del Sud: Pil, inflazione, export, azioni, obbligazioni
Corea del Sud: Pil, inflazione, export, azioni, obbligazioni
Nella Corea del Sud l’inflazione ha registrato ad agosto il ritmo di crescita più lento dell’anno, con un incremento dei prezzi al consumo dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Al netto di alimentari ed energia, il cosiddetto indice core (o inflazione di fondo), si è attestato all’1,3%, il livello più basso degli ultimi quattro anni. Tale raffreddamento, tuttavia, è stato fortemente condizionato da un fattore eccezionale: il drastico taglio delle tariffe telefoniche operato da SK Telecom per oltre venti milioni di utenti colpiti da una violazione dei dati. Questo intervento ha abbassato temporaneamente i costi delle comunicazioni di oltre il 13%, determinando una distorsione nei dati ritengono destinata a svanire già dal mese successivo (in altri termini, è solo un evento eccezionale e passeggero). È quindi probabile che l’inflazione torni a collocarsi intorno al 2%, cioè intorno all’obiettivo della Banca centrale.
I dati sulla crescita economica hanno mostrato una revisione (inattesa) al rialzo. Nel secondo trimestre il PIL è cresciuto dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti, contro una stima preliminare dello 0,6% - che erano anche le attese del mercato. Il miglioramento si deve in particolare alle esportazioni, cresciute del 4,5% grazie alla forte domanda internazionale di semiconduttori e prodotti petrolchimici, ma anche al contributo del settore delle costruzioni. Rimane invece debole l’investimento in impianti e macchinari.
Il quadro congiunturale risulta quindi più positivo rispetto alle attese, tanto che la Banca di Corea ha rivisto lievemente in rialzo la crescita annua prevista per il 2025, portandola allo 0,9% dall’0,8% stimato in precedenza. Non bisogna però farsi trarre in inganno: questa è la prima correzione al rialzo dopo una serie di tagli alle previsioni effettuati nei mesi passati. In altri termini, più che andar un po’ meglio del previsto, si va un po’ meno peggio del previsto.
Un nodo cruciale rimane infatti la politica commerciale statunitense. Le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno subito ad agosto un brusco calo a doppia cifra, il primo dall’epoca della pandemia, a causa della nuova ondata di dazi e misure restrittive introdotte da Washington. La possibilità di ulteriori tariffe sui semiconduttori e sull’acciaio, unite al mancato consolidamento dell’accordo per ridurre al 15% i dazi sulle auto coreane, continuano ad alimentare i timori.
Ecco perché la politica monetaria resta improntata alla cautela. I tassi sono stati mantenuti fermo al 2,5%, con la Banca di Corea impegnata a bilanciare l’esigenza di stimolare la crescita con i rischi derivanti da un mercato immobiliare surriscaldato e da un elevato livello di indebitamento delle famiglie. Al momento, non investiamo in Corea del Sud, né con le obbligazioni in won.
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