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Turchia: il punto Pil, inflazione, tassi, azioni, obbligazioni

Turchia: il punto

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Data di pubblicazione 03 settembre 2025
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Turchia: il punto

Turchia: il punto

Ecco un focus sulla Turchia per fare il punto su come vanno le cose e come investire su questo Paese

PIL
Nel secondo trimestre del 2025, l’economia turca ha mostrato una sorprendente capacità di resilienza, registrando una crescita del PIL pari all’1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% su base annua. Questi risultati hanno superato le aspettative degli analisti, soprattutto considerando il contesto di politica monetaria restrittiva adottato a marzo, quando la banca centrale ha alzato i tassi d’interesse in risposta a tensioni politiche interne.

Uno dei principali motori di questa crescita è stata la domanda interna, con la spesa delle famiglie in forte aumento (+5,1%), segno di una fiducia dei consumatori che ha resistito nonostante l’inflazione e i tassi elevati. Anche gli investimenti fissi lordi hanno mostrato una dinamica positiva, crescendo del 9% su base annua, mentre le esportazioni hanno registrato un incremento più contenuto (+1,7%).

Un elemento favorevole è stato il maggior numero di giorni lavorativi rispetto allo stesso periodo del 2024, che ha contribuito a sostenere l’attività economica. Sul fronte monetario, dopo l’aumento dei tassi a marzo, la banca centrale ha ripreso i tagli a luglio, portando il tasso principale al 43%. Tuttavia, la forza della domanda interna potrebbe rallentare il processo di disinflazione e mantenere elevato il deficit delle partite correnti.

INFLAZIONE
Il carovita turco, ad agosto, si è attestato al 32,95%, in calo rispetto al mese precedente, 33,52%, ma comunque superiore alle attese (32,60%). Anche l’inflazione mensile ha sorpreso al rialzo (2,04% rispetto al 2,06% di luglio, ma soprattutto rispetto all’1,79% atteso dal mercato, segnalando che le pressioni sui prezzi non si sono ancora attenuate. I settori più colpiti sono stati quelli legati ai beni di prima necessità, come alimentari, trasporti e affitti. Quest’ultimo, in particolare, è influenzato dall’inflazione passata e risulta difficile da contenere con la sola politica monetaria. Anche l’inflazione core, che esclude alimentari ed energia, resta alta, seppur in lieve calo.

La Banca centrale turca ha recentemente ridotto il tasso di riferimento al 43%, ma il governatore ha sottolineato che non si tratta di una strategia automatica. Le aspettative di inflazione rimangono elevate e potrebbero limitare ulteriori interventi espansivi. Sebbene la crescita del PIL sia stata sostenuta dalla domanda interna, non sono in pochi a ritenere che il taglio dei tassi sia stato troppo aggressivo. Guardando al futuro, la Turchia dovrà affrontare diversi rischi: il possibile deprezzamento della lira, l’aumento dei costi energetici e le tensioni geopolitiche potrebbero complicare ulteriormente il quadro economico e ridurre lo spazio di manovra per la politica monetaria.

INVESTIMENTI
La Borsa turca è all’acquisto nei nostri portafogli, mentre le obbligazioni in lire turche non sono da acquistare.