L'accordo tanto atteso tra Stati Uniti e Cina sembrerebbe a portata di mano. Durante un incontro in Malesia, le due delegazioni hanno preparato il terreno affinché Donald Trump e Xi Jinping possano firmare un accordo nei prossimi giorni. Una buona notizia per i consumatori americani e cinesi ma anche per le aziende dei due Paesi, che hanno tessuto legami stretti da diversi decenni. In fin dei conti, sarebbe il mondo intero a beneficiare di questa normalizzazione sul fronte del commercio globale, che consentirà una migliore visibilità per il futuro e faciliterà quindi le decisioni di investimento.
Stiamo però usando il condizionale perché come dimostrato più volte da quando Donald Trump è stato rieletto presidente, i colpi scena e i capovolgimenti di fronte sono sempre dietro l’angolo. Finché non c’è un accordo firmato, non si può essere certi di nulla e certe scelte – pensiamo ai dazi sulla pasta – dimostrano anche se c’è un accordo poi non è detto che non potrà più succedere nulla.
Tra l’altro, gli interessi alla base di questo potenziale accordo sono diversi e in certi casi toccheranno temi non solo di carattere commerciale, ma svarieranno anche su temi di più ampio respiro, che potrebbero esser fonte di frizioni – e incidere sui negoziati.
INCONTRO TRUMP-XI: OBIETTIVI E TENSIONI NELLA GUERRA COMMERCIALE USA-CINA
Il presidente Donald Trump punta a ottenere una vittoria rapida nell’incontro con il leader cinese Xi Jinping, cercando di estendere la pausa sui dazi doganali in cambio di concessioni da parte della Cina. Tra le richieste di Trump ci sono:
- Ripresa degli acquisti di soia americana
- Repressione del traffico di fentanyl
- Riduzione delle restrizioni sulle esportazioni di terre rare
Tuttavia, gli analisti ritengono che qualsiasi accordo sarà limitato e volto solo a ridurre le tensioni, senza affrontare i conflitti strutturali tra le due potenze.
Trump ha anche espresso interesse per un accordo sul nucleare e per convincere Xi a fare pressione su Putin per porre fine all’invasione dell’Ucraina. Ma il suo approccio transazionale contrasta con la strategia a lungo termine di Xi, che sfrutta il vantaggio cinese nelle risorse naturali e nella produzione.
TEMI CRITICI E RISCHI
- Taiwan: Trump non esclude concessioni, sollevando preoccupazioni tra i falchi di Washington.
- Tecnologia: Gli USA valutano nuove restrizioni sull’export di software e hardware verso la Cina.
- Terre rare: Xi considera il dominio cinese in questo settore come leva strategica, rendendo improbabili concessioni senza contropartite significative.