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Argentina: cosa succede? Tornano i vecchi problemi?

Agentina: cosa succede

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Data di pubblicazione 16 ottobre 2025
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Agentina: cosa succede

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L'Argentina sta tentando con ogni mezzo – e per il momento con l'aiuto degli Stati Uniti – di difendere un peso diventato troppo caro. Con rischi molto significativi. Se gli Argentini sceglieranno di voltare le spalle al Presidente Milei, infatti, l'aiuto americano cesserà. Ciò renderebbe praticamente inevitabile una nuova grave crisi finanziaria.

Sotto certi aspetti, il Presidente argentino ha raggiunto i suoi obiettivi. Dal 211% al momento del suo arrivo al potere alla fine del 2023, l'inflazione è oggi al 32%. Solo che, allo stesso tempo, il peso è diventato sopravvalutato, pesando sulla competitività del Paese. Allo stesso tempo, gli Argentini, abituati agli sconvolgimenti sui mercati dei cambi, hanno approfittato di questa finestra di opportunità per fare acquisti all'estero e per portare i loro risparmi fuori dal Paese. L'Argentina di Milei si ritrova quindi in una posizione che conosce bene: costretta a difendere il tasso di cambio nei confronti del dollaro americano, sta bruciando rapidamente le sue riserve valutarie, che presto saranno esaurite.

In questa situazione, è stato Donald Trump, alleato del presidente Milei, a venire in aiuto dell'Argentina, con il Tesoro americano che ha stabilito una linea di credito di 20 miliardi di USD per l'Argentina e che interviene sui mercati dei cambi per acquistare la moneta argentina al fine di proteggerla dagli attacchi "ingiustificati" degli speculatori. Rimane il fatto che il peso sia diventato troppo caro, che l'attuale tasso di cambio non sia sostenibile e che la situazione finanziaria dell'Argentina sia fragile. Allo stesso tempo, la popolarità di Milei è ai minimi storici. Tuttavia, Washington ha fatto sapere che qualsiasi aiuto americano scomparirà se quest'ultimo uscirà sconfitto dalle prossime elezioni. I rischi di un ritiro dell'aiuto americano seguito da una nuova grave crisi finanziaria con un peso che crolla provocando un ritorno dell'iperinflazione sono quindi molto elevati.

Questa situazione conferma quanto abbiamo detto nei mesi scorsi. Abbiamo seguito, e seguiamo, la situazione argentina, e pur scrivendo dei progressi in termini di carovita, abbiamo sempre detto che la strada da fare era ancora molta e anche pericolosa. Quanto sta accadendo conferma quella visione. Per questo, non abbiamo mai consigliato direttamente le obbligazioni argentine, ma abbiamo sempre preferito posizionarci su un prodotto, come l'Etf sulle obbligazioni dei mercati emergenti in dollari, che investe anche sui titoli argentini. Era la soluzione, diversificata, per poter prendere posizione su un Paese, e i suoi bond, molto rischioso. Dimostra anche come, per l'ennesima volta, la diversificazione è la ricetta migliore per "permettersi" anche delle scelte più rischiose, ma gestendo e calmierando i rischi. Se non abbiamo consigliato direttamente titoli argentini fino ad oggi, il consiglio rimane lo stesso. Confermiamo, però, per quanto detto, il consiglio speculativo sull'Etf sulle obbligazioni in dollari degli Emergenti.