Il commercio mondiale di merci ha superato le aspettative nel primo semestre, secondo le ultime statistiche pubblicate dall'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Il valore degli scambi nei primi sei mesi dell'anno è balzato del 6% su base annuale (4,9% in volume). Il sovra-stoccaggio negli Stati Uniti prima dell'applicazione dei nuovi dazi doganali americani spiega in parte questo dinamismo. Ma non è l'unica spiegazione. La guerra commerciale lanciata dagli Stati Uniti ha modificato profondamente i flussi commerciali e, in particolare, ha fatto esplodere gli scambi (+8% nel primo semestre) tra i Paesi emergenti che cercano altri mercati per aggirare le sanzioni americane.
Dopo un primo semestre molto dinamico, l'OMC annuncia una seconda parte dell'anno più delicata. Per l'intero anno 2025, il volume del commercio di merci dovrebbe aumentare del 2,4% dopo il 2,8% nel 2024. E nel 2026, il commercio mondiale rischia di essere particolarmente poco dinamico con una crescita attesa di solo lo 0,5%.
Queste ultime previsioni dell'OMC mostrano come l'età d'oro del commercio mondiale è messa rischio. Ciò potrebbe colpire in particolare Paesi come la Germania o il Giappone, che hanno basato il loro sviluppo essenzialmente sulle esportazioni. I Paesi che invece possono anche contare sulla loro domanda interna sopporteranno invece meglio il rallentamento del commercio mondiale. Teniamo conto di questa nuova realtà nella nostra strategia di investimento in portafoglio.