La scelta di Moody’s scelta nasce dalla crescente preoccupazione per la frammentazione politica del Paese, che rischia di compromettere il buon funzionamento delle istituzioni legislative. La situazione di instabilità politica, infatti, potrebbe ostacolare la capacità del governo di affrontare sfide fondamentali come il controllo del deficit pubblico, la gestione del debito in aumento e i costi sempre più alti dei finanziamenti. Tutto ciò potrebbe indebolire più rapidamente del previsto i principali indicatori economici e fiscali della Francia.
Un ulteriore elemento di rischio riguarda la possibilità che le divisioni politiche portino a un duraturo rallentamento o persino a un’inversione delle riforme strutturali già approvate, in particolare quella sulle pensioni del 2023. Se questa riforma dovesse essere sospesa per diversi anni, la situazione dei conti pubblici peggiorerebbe ulteriormente e la crescita economica potrebbe risentirne, anche a causa di una riduzione della forza lavoro disponibile.
Nonostante queste difficoltà, l’agenzia ha confermato il rating della Francia a livello Aa3, riconoscendo la solidità e la ricchezza della sua economia, diversificata e in grado di resistere agli shock. Anche i bilanci delle famiglie e delle imprese, insieme a un sistema bancario robusto, rappresentano punti di forza che contribuiscono alla stabilità complessiva del Paese. Le istituzioni francesi restano di alto livello, sebbene messe alla prova dal difficile contesto politico. Tuttavia, ci si aspetta che, con il tempo, la capacità dello Stato di gestire il proprio debito si indebolisca gradualmente, man mano che i vecchi titoli a tassi molto bassi dovranno essere rifinanziati a costi più elevati.