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Due filosofie di investimento a confronto

Filosofie di investimento a confronto

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Data di pubblicazione 07 ottobre 2025
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Filosofie di investimento a confronto

Filosofie di investimento a confronto

Scopri perché la pazienza e la permanenza nel mercato spesso battono la previsione dei suoi movimenti

Nel mondo degli investimenti esistono due filosofie che da sempre dividono esperti e risparmiatori: il market timing e il time in market. La prima punta a prevedere i futuri movimenti dei mercati per individuare i momenti migliori in cui entrare o uscire dagli investimenti; la seconda si fonda invece sulla permanenza nel mercato nel lungo periodo, confidando nella sua crescita strutturale.

Il market timing si propone di ottimizzare i rendimenti attraverso l’analisi delle tendenze, usando indicatori tecnici come lo Shiller Price-Earnings ratio per capire se un mercato è sopravvalutato o sottovalutato. In teoria, questo approccio consente di uscire quando i prezzi sono alti e rientrare quando sono bassi. Tuttavia, la pratica si rivela molto più complessa: i dati mostrano che anche i migliori giorni di rialzo possono determinare gran parte dei guadagni di lungo periodo, e perderli può compromettere severamente la performance complessiva.

Uno studio di JP Morgan dimostra che un investimento di 10.000 dollari nell’S&P 500 tra il 2003 e il 2022 sarebbe diventato 64.844 dollari se mantenuto costantemente, ma solo 29.708 dollari se si fossero persi i 10 migliori giorni di mercato. Chi invece è rimasto sempre investito ha beneficiato dei rialzi, spesso concentrati proprio nei periodi più turbolenti.

Al contrario, la strategia time in market, o approccio buy-and-hold, invita gli investitori a restare sul mercato, puntando sui fondamentali e sui benefici dell’interesse composto. Il suo successo dipende dall’orizzonte temporale: nel lungo periodo, anche chi avesse investito ai massimi della bolla del 2000 avrebbe comunque ottenuto un rendimento medio annuo dell’8%, nonostante due crisi globali.

Oltre ai vantaggi economici, il time in market riduce i costi di transazione, semplifica la gestione e abbassa lo stress emotivo legato ai movimenti quotidiani dei mercati. Richiede però disciplina e fiducia nel sistema, poiché i ribassi temporanei possono mettere a dura prova la psicologia dell’investitore. D’altra parte, il market timing offre flessibilità e potenziale di rendimento elevato, ma a prezzo di una difficoltà estrema nel prevedere con precisione i movimenti di mercato. Spesso, inoltre, i costi di transazione e le reazioni impulsive — come il panic selling — compromettono i risultati.

Le evidenze empiriche e l’esperienza di grandi investitori come Warren Buffett e Philip Fisher confermano che la pazienza è la virtù più redditizia. Buffett stesso sostiene che il tempo passato sul mercato è più importante del tentativo di anticiparlo, e che nessuno si è mai arricchito tentando di “indovinare” i momenti giusti.