La riunione della Bank of England ha segnato un momento cruciale per la politica monetaria britannica. Nonostante le pressioni crescenti per un allentamento, l’istituto centrale ha deciso di mantenere il tasso d’interesse al 4%, con una votazione interna molto combattuta: cinque membri del comitato hanno votato per la stabilità, mentre quattro si sono espressi a favore di un taglio al 3,75%. Questo equilibrio riflette le tensioni tra la necessità di sostenere l’economia e quella di mantenere il controllo sull’inflazione.
L’inflazione di settembre, attestatasi al 3,8%, è stata interpretata dalla BoE come un possibile picco, segnalando che i rischi inflazionistici si stanno riequilibrando. In questo contesto, la Banca ha modificato il tono della sua comunicazione, suggerendo che i tassi potrebbero iniziare una discesa graduale. È significativo che sia stato rimosso il termine “prudente” dalle previsioni, segno di una maggiore apertura verso futuri tagli.
Il governatore Andrew Bailey ha avuto un ruolo determinante nella decisione, adottando una posizione più accomodante rispetto al passato. Pur non sostenendo immediatamente un taglio, ha lasciato intendere che ulteriori dati potrebbero giustificare un intervento già a dicembre.
Le previsioni della BoE delineano un quadro di moderazione: l’inflazione dovrebbe scendere al 3,1% all’inizio del 2026, avvicinandosi al target del 2% entro metà 2027. Tuttavia, si prevede un aumento della disoccupazione fino al 5,1% nel secondo trimestre del 2026, mentre la crescita economica per il 2025 è stata rivista al rialzo, passando dall’1,25% all’1,5%.
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