Il Giappone si prepara a varare il più grande piano di spesa pubblica dalla pandemia, con l’obiettivo di sostenere l’economia e contrastare le pressioni inflazionistiche. Il Primo Ministro Sanae Takaichi ha annunciato un pacchetto di stimolo da 17,7 trilioni di yen, che porterà la spesa complessiva a 21,3 trilioni di yen. Considerando gli investimenti privati, l’impatto totale potrebbe raggiungere 42,8 trilioni di yen. Le misure includono incentivi per settori strategici, difesa e politica estera, oltre a bonus alle famiglie (20.000 yen per ogni bambino).
Tuttavia, questa espansione fiscale solleva interrogativi sulla sostenibilità: il Giappone ha già il debito pubblico più alto tra le economie avanzate (230% del PIL) e la Banca del Giappone ha recentemente alzato i tassi, rendendo più oneroso il servizio del debito. Gli analisti temono che il pacchetto possa alimentare tensioni sui mercati obbligazionari, dove i rendimenti dei JGB sono ai massimi dal 2008. Il contesto è complesso: il PIL reale è sceso dell’1,8% nel terzo trimestre, segnando il primo calo in sei trimestri.
Sul fronte valutario, il ministro delle Finanze Satsuki Katayama ha lanciato il più forte avvertimento finora sull’indebolimento dello yen, indicando la possibilità di interventi diretti sul mercato per contrastare movimenti disordinati. Lo yen è vicino ai minimi da gennaio, penalizzato dalle aspettative di politiche pro-stimolo e dalla riluttanza della BOJ ad alzare i tassi, nonostante l’inflazione oltre il target (3% a ottobre). Il livello di 160 yen per dollaro è considerato critico, e gli esperti ritengono possibile un’azione prima di raggiungerlo, sfruttando le ampie riserve valutarie.
Gli investitori restano divisi: alcuni vedono rischi di un “triple dip” (calo simultaneo di azioni, obbligazioni e yen), mentre altri intravedono opportunità nel lungo termine, ipotizzando che lo stimolo possa sostenere la crescita e portare a rialzi dei tassi, rafforzando lo yen nel 2026. Per ora, la credibilità della BOJ e la gestione del debito pubblico saranno fattori determinanti per la stabilità dei mercati.
Non investire né sulle azioni, né sulle obbligazioni in yen.