Nel terzo trimestre del 2025, secondo i dati preliminari, l’economia svizzera ha registrato una contrazione dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, segnando la prima flessione in oltre due anni. Questo calo è stato determinato principalmente dalla forte riduzione dell’attività nel settore chimico e farmaceutico, mentre i servizi hanno mostrato solo una crescita marginale.
Un fattore chiave che ha pesato sull’andamento economico è stato l’impatto dei dazi statunitensi, introdotti ad agosto, che hanno raggiunto il 39%. Queste tariffe hanno colpito duramente le esportazioni svizzere, in particolare quelle di orologi, macchinari e strumenti di precisione, settori tradizionalmente trainanti per il Paese. Tuttavia, un recente accordo commerciale ha ridotto i dazi al 15%, offrendo una prospettiva di ripresa e un vantaggio competitivo rispetto a Unione Europea e Regno Unito. Secondo le stime del KOF - Istituto di ricerca economico svizzero associato al Politecnico federale di Zurigo - questa riduzione dovrebbe incrementare la crescita annua di 0,3-0,5 punti percentuali, con una previsione di espansione superiore all’1% nel 2026.
Nonostante ciò, permangono rischi significativi: le tariffe restano comunque elevate rispetto al passato e il rafforzamento del franco svizzero potrebbe spingere la Banca Nazionale Svizzera a considerare tassi negativi per sostenere la competitività. I dati definitivi sul PIL e ulteriori dettagli saranno pubblicati il 28 novembre, fornendo un quadro più chiaro sull’evoluzione dell’economia svizzera.
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