Il Giappone si trova in una fase economica complessa, caratterizzata da un’inflazione persistente e da dinamiche commerciali contrastanti. I prezzi al consumo, escluso il cibo fresco, sono aumentati del 3% su base annua a ottobre (come da attese – era +2,9% il mese precedente), mentre l’indicatore core, che esclude anche l’energia, ha accelerato al 3,1%. Alcuni settori hanno registrato incrementi significativi, come le tariffe alberghiere (+8,5%) e le assicurazioni auto (+6,9%), mentre il prezzo del riso, pur rimanendo elevato, mostra segnali di rallentamento.
Sul fronte del commercio estero, le esportazioni sono cresciute del 3,6%, superando le attese, grazie alla debolezza dello yen. Tuttavia, le vendite verso gli Stati Uniti sono diminuite del 3,1%, penalizzate dai dazi, con cali marcati nel settore automobilistico e nei macchinari per chip. Al contrario, i semiconduttori e i componenti elettronici hanno mostrato una performance positiva (+15,8%).
Questa situazione spinge la Banca del Giappone verso un probabile rialzo dei tassi entro fine anno, dopo oltre tre anni di inflazione superiore al target del 2%. I rischi restano elevati: yen debole, tensioni commerciali con gli Stati Uniti e pressione sul debito pubblico per via delle misure fiscali espansive – con rendimenti in salita. Non investire sul Giappone, né con azioni, né con le obbligazioni.