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Procedura d'infrazione: ecco come funziona

Data di pubblicazione  22 novembre 2018
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La procedura d'infrazione è un percorso lungo. Ecco tutte le tappe.

La Commissione europea ha presentato il suo rapporto sul debito italiano, bocciando la nostra manovra e concludendo che l’apertura di una procedura di infrazione è giustificata. Inizia dunque un lungo percorso, che è composto da diverse tappe. Ora i rappresentanti degli Stati dell’Unione europea hanno 15 giorni di tempo per pronunciarsi, quindi in teoria già con la riunione dei ministri delle finanze del prossimo 3-4 dicembre. In realtà la data più accreditata per l’apertura formale della procedura potrebbe avvenire il 22 gennaio del prossimo anno.

In quella sede verrà formulato un documento, una raccomandazione all'Italia, che conterrà gli obiettivi di deficit che il nostro Paese dovrà rispettare sulla base delle stime Ue (non del governo italiano), la quantificazione delle misure necessarie per raggiungerli e la data finale entro cui raggiungere tutti questi obiettivi. Fatto ciò, la Commissione europea ha venti giorni per decidere se chiedere all'Italia di accantonare lo 0,2% del Pil, quindi circa 3,6 miliardi, che costituirebbe una specie di pre-sanzione - è una sorta di caparra. Ovviamente questa richiesta non scatta in automatico, i ministri delle finanze europei possono naturalmente respingere tale richiesta.

Fatto ciò la palla passa all'Italia. Entro sei mesi (ma la scadenza potrebbe essere abbassata a 3 mesi se la situazione dovesse essere giudicata grave) il governo deve mostrare di aver messo in atto le misure richieste dalla raccomandazione per raggiungere gli obiettivi imposti entro le scadenze richieste.

Ora, il punto è: quanto costerà la procedura d’infrazione all’Italia? Tenendo conto che il nostro rapporto debito/Pil è poco sotto il 131%, affinché questo rapporto scenda progressivamente e raggiunga il 60% l’aggiustamento sarebbe del 3,5% all'anno (quindi 63 miliardi di euro).Questo però solo nel caso in cui la crescita del nostro Pil fosse sempre pari allo 0%. Nella realtà la Commissione europea non ha mai chiesto aggiustamenti annuali superiori allo 0,5-0,6% del Pil. Per cui è credibile che l’aggiustamento richiesto sia tra i 9 e i 11 miliardi all'anno. Quanto durerà tutta questa procedura? Potrà durare anche a lungo, oltre il 2020. Infatti, la procedura contro l’Italia si differenzia da quella sul deficit eccessivo, dalla quale si esce una volta che il deficit scende sotto il 3% del Pil e si pensa che non lo supererà più. Nella procedura che colpisce l’Italia, infatti, non solo si devono rispettare il taglio del deficit di uno 0,6% annuo, ma anche far scendere a un ritmo tale il rapporto debito/Pil per farlo convergere verso il 60%. E per raggiungere questo secondo obiettivo è richiesto più tempo.

Oltre a tutto ciò, bisogna tenere a mente che saremo messi sotto stretta sorveglianza: il governo dovrà fornire ogni sei mesi un rapporto dettagliato alla Commissione europea su quanto starà facendo. In più l’Europa ha il potere di proporre nuove raccomandazioni, anche per modificare i tempi di raggiungimento degli obiettivi, in qualsiasi momento della procedura.

Se l’Italia non dovesse adeguarsi alle nuove indicazioni dell’Europa, scatterebbe la multa definitiva: l’acquisizione delle somme depositate (che possono arrivare fino allo 0,5% del Pil), il blocco degli impegni e poi del versamento dei fondi europei, una decina di miliardi l’anno.