Come nell'eurozona, l'inflazione sta raggiungendo livelli preoccupanti anche in Gran Bretagna: è arrivata al 4,2% in ottobre.
Come succede anche altrove, i problemi della catena di approvvigionamento e l'impennata dei prezzi dell'energia sono alla base di questa dinamica nei prezzi al consumo, che sono arrivati ai massimi livelli dell’ultimo decennio. Ma questi due fattori si rivelano ancora più dannosi se inseriti nel contesto britannico.
Infatti, mentre i problemi della catena di approvvigionamento dovrebbero essere gradualmente risolti nell'Unione europea, questo è meno vero per il Regno Unito dove dovranno essere imposti nuovi controlli sanitari (resi obbligatori dall'uscita del paese dal mercato comune) alle frontiere.
A questo si aggiunge l'incognita dell'Irlanda del Nord. Londra minaccia di ridurre gli impegni assunti in materia di scambi commerciali con questa parte del Regno Unito, che è rimasta parte integrante del mercato comune. Ma una tale mossa molto probabilmente farebbe precipitare la sospensione dell'intero accordo commerciale raggiunto con l'Unione Europea, costringendo all'imposizione di nuove barriere al commercio tra il Regno Unito e il suo principale fornitore. E quel che è peggio è che le nuove barriere al commercio sono destinate ad avere un impatto sui prezzi al consumo. A tutto ciò si aggiunge una carenza di manodopera, a seguito della partenza di molti lavoratori europei, che si traduce in tensioni salariali. Anche questo è un altro fattore che incide sul rialzo dei prezzi.
Se si passa ad esaminare la situazione energetica del Paese, poi, le cose non migliorano. Il Regno Unito non ha abbastanza riserve di gas e ha autonomia solo per circa quattro giorni di consumo. Le sue capacità di stoccaggio sono nove volte inferiori a quelle dei Paesi Bassi, 17 volte inferiori a quelle della Germania e 19 volte in meno di quelle dell'Italia. Per il momento i consumatori non sono direttamente influenzati dall'aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità poiché i prezzi del settore sono limitati dall'autorità di regolamentazione d’accordo con le utility. Di conseguenza, molti fornitori falliscono perché sono costretti a fornire le famiglie a prezzi che non coprono i loro costi. Tuttavia, le tariffe saranno riviste verso l'alto in primavera e un numero ridotto di società sarà attivo sul mercato.
Tutto questo porta quindi a credere che l'aumento dei prezzi sarà di portata consistente, con un forte impatto sui bilanci delle famiglie. È quindi probabile che l'inflazione britannica rimanga a livelli elevati per tutto il 2022 e dunque non sorprende che la Banca d'Inghilterra sia preoccupata. Nella prossima riunione la Bank of England potrebbe dunque alzare i tassi d’interesse. La Borsa inglese è presente nei nostri portafogli, ma solo per una piccola quota.