Con un'inflazione che ha raggiunto il 6,8% e che rimarrà alta per un periodo più lungo del previsto, la Fed ha deciso di velocizzare l'uscita dagli stimoli monetari. La Banca centrale Usa ha infatti deciso di raddoppiare la velocità di riduzione del tapering: gli acquisti saranno ridotti di 30 miliardi al mese e dunque si concluderanno a marzo, tre mesi prima della scadenza di giugno 2022 precedentemente annunciata.
A quel punto sarà il momento per il rialzo dei tassi. Ora le attese della Fed sono per un livello dei tassi compreo tra lo 0,75% e l'1%, contro lo 0,25% di settembre. Tradotto, significa che le previsioni sono per tre rialzi nei tassi d'interesse, contro un solo rialzo previsto tre mesi fa. Per il 2023 si passa all’1,5%-1,75 dal precedente 1%, e per il 2024 al 2-2,25% dall’1.75%. Insomma, l'inflazione a stelle e strisce ha portato la Fed a rivedere di molto le sue mosse e ora il rialzo nei tassi è sempre più vicino, ma anche intenso. Tutto questo perché anche le stime sull'inflazione sono state riviste al rialzo: +2,6% nel 2022, dal 2,2% indicato a settembre, +2,3% nel 2023, dal 2,2% a settembre.
Il messaggio della Fed è dunque chiaro. Prima di tutto, rimane attenta e flessibile e sa come adattarsi alle circostanze. In secondo luogo, combatterà davvero l'inflazione. E alla fine, lo farà senza causare troppi danni e tenendo d'occhio la crescita dell'economia statunitense. Si tratta di una perfetta gestione di questa delicata situazione che i mercati azionari statunitensi hanno molto apprezzato, gli indici di riferimento che sono l'S&P 500 e il Dow Jones ieri hanno guadagnato avvicinandosi ai massimi storici. Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, è rimasto pressoché stabile e questo è ancora una volta un segnale di fiducia nella capacità della Fed di gestire la situazione.
La capacità della Fed di sostenere l'economia e garantire la stabilità del sistema finanziario è una risorsa importante per le attività finanziarie e contribuisce a rendere il titolo di Stato Usa un rifugio sicuro di riferimento. Continuiamo a investirci come parte dei nostri portafogli diversificati. Quando si tratta di mercati azionari, non c'è dubbio che la portata e la capacità innovativa delle società statunitensi consentirà loro di rimanere altamente competitive e, per alcune, senza una vera concorrenza. Tuttavia, le loro quotazioni sono elevate e dunque continuiamo a riservar loro spazio solo nel portafoglio dinamico.