News

Il Fondo monetario taglia le stime di crescita

Data di pubblicazione  26 gennaio 2022
Tempo di lettura: ##TIME## minuti

condividi questo articolo

A pesare sono la variante omicron, l'inflazione, ma anche Usa e Cina

Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le attese di crescita per il 2022, ritoccando poi solo leggermente al rialzo quelle per iI 2023. Per quest’anno il Pil è visto in crescita del 4,4%, rispetto al 4,9% previsto ad ottobre. Il rialzo delle stime per la crescita del 2023, inoltre, da +3,6% a +3,8%, non sono in grado di riequilibrare la minore espansione prevista per il 2022.

I responsabili di questo taglio alle stime di crescita sono la diffusione della variante omicron, che ha portato a nuove restrizioni alle attività economiche e alla mobilità, il rialzo dei prezzi dell’energia e i colli di bottiglia dal lato della produzione che hanno causato un rialzo dell’inflazione maggiore e più duraturo del previsto. A pesare sono anche i problemi del settore immobiliare cinese e la ripresa dei consumi privati più lenta del previsto. A livello geografico, invece, i maggiori responsabili del taglio delle stime di crescita sono gli Usa, con un taglio dell’1,2%, e la Cina (-0,8%).

L'inflazione elevata dovrebbe poi persistere più a lungo di quanto previsto anche nei mesi a venire, con il Fondo monetario che prevede interruzioni della catena di approvvigionamento e prezzi elevati dell'energia anche nel 2022. Il graduale riequilibrio tra domanda ed offerta dovuta a minori interruzioni nelle catene produttive e di approvvigionamento, insieme alle politiche monetarie più restrittive, dovrebbe poi portare ad un graduale calo dei prezzi, che nel 2023 torneranno attorno al livello obiettivo delle Banche centrali del 2%. Le stime parlano così di un carovita medio al 3,9% nelle economie avanzate nel 2022 e al 2,1% nel 2023, rispetto al +2,3% al +1,9% preventivato lo scorso ottobre. Nei Paesi emergenti e nelle economie in via di sviluppo le stime sul carovita sono ancora più, con un’inflazione al 5,9% nel 2022 e al 4,7% nel 2023 (in precedenza si stimava un +4,9% e un +4,3%).

LE STIME DEL FONDO MONETARIO

 

NUOVE STIME

REVISIONE RISPETTO

A STIME PRECEDENTI

 

2022

2023

2022

2023

ECONOMIA MONDIALE

4.4

3.8

–0.5

0.2

ECONOMIE AVANZATE

3.9

2.6

–0.6

0.4

USA

4.0

2.6

–1.2

0.4

ZONA EURO

3.9

2.5

–0.4

0.5

GERMANIA

3.8

2.5

–0.8

0.9

FRANCIA

3.5

1.8

–0.4

0.0

ITALIA

3.8

2.2

–0.4

0.6

SPAGNA

5.8

3.8

–0.6

1.2

GIAPPONE

3.3

1.8

0.1

0.4

REGNO UNITO

4.7

2.3

–0.3

0.4

MERCATI EMERGENTI
PAESI IN VIA DI SVILUPPO

4.8

4.7

–0.3

0.1

CINA

4.8

5.2

–0.8

–0.1

INDIA

9.0

7.1

0.5

0.5

INFLAZIONE

ECONOMIE AVANZATE

3.9

2.1

1.6

0.2

MERCATI EMERGENTI E
PAESI IN VIA DI SVILUPPO

5.9

4.7

1.0

0.4

 

Secondo il Fondo monetario internazionale i conti pubblici saranno messi a dura prova nei prossimi mesi e anni, in quanto il debito pubblico mondiale ha raggiunto livelli mai visti a causa delle maggiori spese e contemporaneamente alle minori entrate dovute alla pandemia. I tassi di interesse più elevati renderanno anche più costosi i prestiti, in particolare per i Paesi che s’indebitano in valuta estera ea breve scadenza (l’Italia non è tra questi).

Infine, una nota anche sul cambiamento climatico. L'emergenza climatica continua a richiedere azioni urgenti: politiche globali coordinate per raggiungere i nuovi obiettivi stabiliti alla conferenza sul clima di Glasgow (Cop26) e scongiurare catastrofici cambiamenti climatico globali.