Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le attese di crescita per il 2022, ritoccando poi solo leggermente al rialzo quelle per iI 2023. Per quest’anno il Pil è visto in crescita del 4,4%, rispetto al 4,9% previsto ad ottobre. Il rialzo delle stime per la crescita del 2023, inoltre, da +3,6% a +3,8%, non sono in grado di riequilibrare la minore espansione prevista per il 2022.
I responsabili di questo taglio alle stime di crescita sono la diffusione della variante omicron, che ha portato a nuove restrizioni alle attività economiche e alla mobilità, il rialzo dei prezzi dell’energia e i colli di bottiglia dal lato della produzione che hanno causato un rialzo dell’inflazione maggiore e più duraturo del previsto. A pesare sono anche i problemi del settore immobiliare cinese e la ripresa dei consumi privati più lenta del previsto. A livello geografico, invece, i maggiori responsabili del taglio delle stime di crescita sono gli Usa, con un taglio dell’1,2%, e la Cina (-0,8%).
L'inflazione elevata dovrebbe poi persistere più a lungo di quanto previsto anche nei mesi a venire, con il Fondo monetario che prevede interruzioni della catena di approvvigionamento e prezzi elevati dell'energia anche nel 2022. Il graduale riequilibrio tra domanda ed offerta dovuta a minori interruzioni nelle catene produttive e di approvvigionamento, insieme alle politiche monetarie più restrittive, dovrebbe poi portare ad un graduale calo dei prezzi, che nel 2023 torneranno attorno al livello obiettivo delle Banche centrali del 2%. Le stime parlano così di un carovita medio al 3,9% nelle economie avanzate nel 2022 e al 2,1% nel 2023, rispetto al +2,3% al +1,9% preventivato lo scorso ottobre. Nei Paesi emergenti e nelle economie in via di sviluppo le stime sul carovita sono ancora più, con un’inflazione al 5,9% nel 2022 e al 4,7% nel 2023 (in precedenza si stimava un +4,9% e un +4,3%).
LE STIME DEL FONDO MONETARIO |
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NUOVE STIME |
REVISIONE RISPETTO A STIME PRECEDENTI |
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2022 |
2023 |
2022 |
2023 |
ECONOMIA MONDIALE |
4.4 |
3.8 |
–0.5 |
0.2 |
ECONOMIE AVANZATE |
3.9 |
2.6 |
–0.6 |
0.4 |
USA |
4.0 |
2.6 |
–1.2 |
0.4 |
ZONA EURO |
3.9 |
2.5 |
–0.4 |
0.5 |
GERMANIA |
3.8 |
2.5 |
–0.8 |
0.9 |
FRANCIA |
3.5 |
1.8 |
–0.4 |
0.0 |
ITALIA |
3.8 |
2.2 |
–0.4 |
0.6 |
SPAGNA |
5.8 |
3.8 |
–0.6 |
1.2 |
GIAPPONE |
3.3 |
1.8 |
0.1 |
0.4 |
REGNO UNITO |
4.7 |
2.3 |
–0.3 |
0.4 |
MERCATI EMERGENTI |
4.8 |
4.7 |
–0.3 |
0.1 |
CINA |
4.8 |
5.2 |
–0.8 |
–0.1 |
INDIA |
9.0 |
7.1 |
0.5 |
0.5 |
INFLAZIONE |
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ECONOMIE AVANZATE |
3.9 |
2.1 |
1.6 |
0.2 |
MERCATI EMERGENTI E |
5.9 |
4.7 |
1.0 |
0.4 |
Secondo il Fondo monetario internazionale i conti pubblici saranno messi a dura prova nei prossimi mesi e anni, in quanto il debito pubblico mondiale ha raggiunto livelli mai visti a causa delle maggiori spese e contemporaneamente alle minori entrate dovute alla pandemia. I tassi di interesse più elevati renderanno anche più costosi i prestiti, in particolare per i Paesi che s’indebitano in valuta estera ea breve scadenza (l’Italia non è tra questi).
Infine, una nota anche sul cambiamento climatico. L'emergenza climatica continua a richiedere azioni urgenti: politiche globali coordinate per raggiungere i nuovi obiettivi stabiliti alla conferenza sul clima di Glasgow (Cop26) e scongiurare catastrofici cambiamenti climatico globali.