A seguito di ripetuti scandali, il primo ministro britannico Boris Johnson vede aumentare il numero di coloro che chiedono le sue dimissioni, anche all'interno della sua maggioranza. Le sue dimissioni potrebbero incidere sugli investimenti in Regno Unito? Secondo noi no.
Con il partito Conservatore che ha ancora una solida maggioranza nel Parlamento di Westminster, spetterebbe a questa fazione nominare un nuovo Primo Ministro che formerà poi il suo governo. Il Paese non dovrebbe quindi indire frettolosamente nuove elezioni. Qualsiasi vuoto di potere e qualsiasi incertezza legata alla possibilità che il partito Laburista arrivi al potere è quindi da escludere.
Dal punto di vista formale, l’eventuale sostituto di Boris Johnson dovrebbe necessariamente discostarsi dallo stile di quest’ultimo. Nella sostanza, però, le politiche difese dal partito Conservatore non dovrebbero cambiare in modo significativo, soprattutto perché un certo numero di ministri dovrebbero mantenere i loro posti. La priorità sarà quindi quella di far dimenticare al più presto sia la pandemia sia l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea (e soprattutto dal mercato unico) e rassicurare l'elettorato sulla scelta fatta nel referendum del giugno 2016.
Appena al potere, un eventuale nuovo primo ministro potrebbe persino beneficiare di un margine di manovra più ampio, che l'attuale non ha più. In questo senso, un tale cambiamento potrebbe rivelarsi una boccata d'aria fresca sia per la sterlina britannica che per il mercato azionario britannico.
Dalla fine del 2019, periodo segnato dalla pandemia, ma anche dalla fine della transizione e dall'uscita definitiva del Paese dall'UE, il mercato britannico ha guadagnato circa il 10% (dividendi inclusi, in euro). Nello stesso periodo, i mercati dell'eurozona sono aumentati del 25%, mentre le Borse mondiali sono aumentate del 30% nel loro complesso con alcuni mercati, come la Svezia, che stanno salendo di oltre il 50%.
Il mercato azionario britannico è più importante di altri e rimane ricco di società che offrono alti rendimenti. Rimane quindi presente in tutti i nostri portafogli diversificati, indipendentemente dal destino dell'attuale Primo Ministro. I bond in sterline, invece, non sono da acquistare.