A marzo, la fiducia dei consumatori è crollata nell'area dell'euro, scendendo al livello più basso dalla primavera del 2020, durante il 1° lockdown dovuto al Covid. Non sorprende certo che la guerra in Ucraina preoccupi gli europei, ma il crollo della fiducia dei consumatori è una pessima notizia per l'attività economica del Vecchio continente. Con il potere d'acquisto eroso dall'elevata inflazione e il morale ora in fase di stallo, è probabile che i consumi delle famiglie rallentino bruscamente nei prossimi mesi. Mentre l'attività economica nell'area dell'euro è rimasta vivace a marzo secondo i primi dati, non vi è dubbio che nei prossimi mesi si verificherà un forte rallentamento, che minerà la crescita economica europea.
ITALIA: LA FIDUCIA SCENDE DAPPERTUTTO, TRANNE TRA I COSTRUTTORI
Il calo della fiducia non risparmia neppure l’Italia, con quella dei consumatori in forte calo, ma anche tra le imprese, seppur in maniera inferiore, risulta essere in ribasso. A marzo, infatti, la fiducia dei consumatori passa da 112,4 a 100,8 (attese 108,3), mentre quella delle imprese passa da 107,9 a 105,4. Per quanto riguarda la fiducia dei consumatori, tutti i sotto-indici sono in calo. Quello del clima economico e quello futuro scendono, rispettivamente, da 129,4 a 98,2 e da 116,6 a 93,5; il clima personale scende da 106,8 a 101,7 e quello corrente cala da 109,6 a 105,7. Passando alle imprese, tutti i settori mostrano un calo nella fiducia, si salva solo quello delle costruzioni. L’indice di fiducia diminuisce così nel manifatturiero da 112,9 a 110,3, nei servizi di mercato da 100,4 a 99,0 e nel commercio al dettaglio da 104,5 a 99,9. Sale da 159,7 a 160,1 in quello delle costruzioni.
ANCHE GLI INDUSTRIALI TEDESCHI SONO SEMPRE MENO OTTIMISTI
In Germania l’indice IFO, che rappresenta la fiducia delle imprese tedesche ha seguito la stessa sorte, scendendo a marzo a 90,8 dai 98,5 di febbraio, quando le attese erano per 94,2. I datori di lavoro tedeschi sono particolarmente pessimisti sugli sviluppi economici nei prossimi sei mesi: se lo scenario di una situazione di stallo nel conflitto ucraino si materializzasse e i prezzi delle materie prime continuassero a salire, sarà difficile, secondo loro, evitare una recessione nell'area dell'euro.