La Banca del Giappone era nota per essere riluttante a normalizzare la politica monetaria e seguire gli altri nel movimento per aumentare i tassi ufficiali. La sua ultima riunione di politica monetaria ha spinto ulteriormente il divario tra essa e le Banche centrali occidentali – e la Fed in particolare. Non solo si è impegnata a mantenere i tassi del debito giapponese a 10 anni intorno allo zero (e ha lasciato i tassi ufficiali a -0,1%) ma si è anche impegnata a intervenire sui mercati obbligazionari ogni giorno per raggiungere questo obiettivo. Lungi dal disimpegnarsi come tanti altri, sta quindi facendo la scelta opposta, impegnandosi ancora di più sulla strada degli interventi.
Non sorprende che questa decisione abbia spinto lo yen giapponese – già abbastanza indebolito – ancora più in basso. Questo renderà i prodotti importati più costosi e spingerà l'inflazione verso l'alto, ma a differenza di molte altre Banche centrali, la Banca del Giappone ha combattuto per anni per vedere l'inflazione avvicinarsi al suo obiettivo del 2%. La piega che stanno prendendo gli eventi non rischia quindi di dispiacerle poiché, dopo anni di attesa, questo obiettivo è finalmente a portata di mano: per l'anno fiscale in corso, infatti, ci si aspetta un'inflazione all'1,9%, a seguito in particolare dell'impennata dei prezzi dell'energia.
Va anche notato che l'indebolimento dello yen è percepito piuttosto come un aspetto positivo in questa fase: un modo per rimanere competitivi contro la Cina che, dopo aver sostenuto a lungo lo yuan, lo lascia svalutarsi contro il dollaro USA, nel tentativo di rilanciare la macchina delle esportazioni. In condizioni normali, questo scivolamento delle due principali valute asiatiche ci porterebbe direttamente a un'ondata di svalutazioni valutarie asiatiche e instabilità nella regione. Ma con gli attuali alti prezzi delle materie prime e i problemi di approvvigionamento, ciò renderebbe l'inflazione già piuttosto elevata ancora più pericolosa. Poco preoccupato per questa variabile, il Giappone ha un vantaggio interessante rispetto a molti altri.
Mentre la situazione economica rimane delicata, le attività finanziarie giapponesi sono al momento a buon mercato. Continuiamo dunque ad acquistarle – bond e azioni - come parte di tutti i nostri portafogli.