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Il dollaro regna sovrano

Dollaro forte su tutte le valute

Dollaro forte su tutte le valute

Data di pubblicazione 27 aprile 2022
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Dollaro forte su tutte le valute

Dollaro forte su tutte le valute

Ecco il punto sull'attuale stato di forza della valuta americana

Sui mercati dei cambi, al momento ci vogliono meno di 1,06 dollari per un euro, il livello più basso (dunque più alto per il valore del dollaro) degli ultimi cinque anni. Le ragioni per tutto ciò sono essenzialmente due.

In primo luogo, le scelte di politica monetaria molto diverse adottate su entrambe le sponde dell'Atlantico significano che il differenziale dei tassi di interesse tra gli Stati Uniti e la zona euro continua ad ampliarsi, soprattutto sulle scadenze più brevi. Ciò rende i titoli obbligazionari statunitensi più interessanti a scapito di quelli della zona euro.

In secondo luogo, la guerra in Ucraina avrà un impatto principalmente sull'economia europea e, di conseguenza, le prospettive economiche per il 2022-2023 sono significativamente migliori negli Stati Uniti rispetto al Vecchio Continente.

DOLLARO FORTE SU TUTTE LE VALUTE
Ma la relativa debolezza dell'euro è tutt'altro che un caso isolato. Lo yen giapponese, lo yuan cinese e la sterlina britannica hanno tutti registrato i livelli più bassi negli ultimi giorni e settimane nei confronti del dollaro USA.

Per lo yen, al suo livello più basso in quasi due decenni, è la promessa della Banca del Giappone di attenersi alla sua politica monetaria ultra-espansiva e di fare di tutto per mantenere i tassi di interesse vicini allo 0% che pesa. In Cina, lo yuan più debole in più di un anno è dovuto principalmente alla minaccia della pandemia. Attenendosi alla sua politica covid zero, le autorità hanno imposto un rigido lockdown all'enorme metropoli di Shanghai, e viene evocata la possibilità di fare lo stesso a Pechino. Si tratta di un grave danno per le filiere produttive che sono già abbastanza indebolite e sicuramente peseranno sulle esportazioni e su un'economia che sta affrontando un forte rallentamento.

Nel Regno Unito, dove la sterlina è al suo livello più basso in quasi due anni, i consumatori soffrono di una tripla minaccia al loro potere d'acquisto. C'è un'inflazione elevata, legata – come altrove – al generale aumento dei prezzi, ma resa ancora più grave dall'imposizione di nuove barriere al commercio dopo la Brexit. Poi ci sono i principali rialzi dei tassi di interesse della Banca d'Inghilterra, che aumentano il credito e aumentano gli oneri del debito per le famiglie altamente indebitate. E infine c'è l'aumento della pressione fiscale, perché dobbiamo iniziare a pagare le somme spese durante la pandemia. Tutti questi fattori suggeriscono un anno difficile per la domanda interna britannica.

COSA FARE?
Di fronte a questa infinita lista di preoccupazioni di ogni tipo, gli Stati Uniti stanno andando invece molto bene. L'inflazione è certamente alta, ma il mercato del lavoro è in buona forma e i salari stanno crescendo a un buon ritmo, il Paese è vicino all'autosufficienza energetica, e comunque poco impattato dal conflitto in Ucraina, mentre continua la normalizzazione dell'attività a seguito della pandemia. È dunque naturale che il dollaro Usa sia una meta più che desiderata in questo momento dagli investitori. Per il futuro, finché l'attuale situazione economica rimarrà quella attuale, il biglietto verde è destinato a mantenere la sua forza. Continuiamo quindi a investire sia nel mercato azionario sia in quello obbligazionario statunitense.