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Pil e Inflazione dell'eurozona

Economia in rallentamento nell'eurozona

Economia in rallentamento nell'eurozona

Data di pubblicazione 29 aprile 2022
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Economia in rallentamento nell'eurozona

Economia in rallentamento nell'eurozona

L'attività economica di eurolandia rallenta ed in Italia il Pil passa in territorio negativo

Non sorprende che il primo trimestre sia stato difficile per le economie dell'eurozona, con una significativa frenata sul fronte della crescita. Secondo la stima preliminare, la crescita nel primo trimestre è dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Mentre alcuni paesi stanno ancora andando bene (+2,6% di crescita trimestrale in Portogallo), molti dei principali attori sono quasi fermi, o peggio. Germania, Spagna e Belgio stanno rallentando, con una crescita trimestrale che supera di poco lo 0,2% nella più grande economia europea e lo 0,3% nelle altre due. La Francia è al palo. Per quanto riguarda l'Italia, è entrata in una vera e propria contrazione (-0,2%).

Naturalmente, nell'arco di un anno, i tassi di crescita rimangono impressionanti, al 5% per l'area dell'euro nel suo complesso. La crescita annua è ancora del 3,7% in Germania, del 4,6% in Belgio, del 5,3% in Francia, del 5,8% in Italia, del 6,4% in Spagna e persino dell'11,9% in Portogallo. Tuttavia, va notato che il confronto viene fatto a fronte del primo trimestre del 2021, periodo segnato da una significativa ondata di pandemia, che aveva costretto le autorità dei diversi paesi a mettere in atto lockdown e altre restrizioni alla circolazione delle persone e durante il quale le campagne vaccinali sono state lente a decollare a causa della mancanza di vaccini in numero sufficiente.

L'eurozona sta quindi iniziando l'anno con una falsa partenza e, dato il colpo causato dalla guerra in Ucraina al portafoglio e al morale delle famiglie, ci sono buone ragioni per credere che la dinamica futura sarà deludente. Prevediamo infatti una crescita di circa l'1% per l'intero anno. Questa stagnazione è tanto più grave perché è accompagnata da un'inflazione ancora molto alta. Nonostante le varie misure adottate dai governi per attenuare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari sulle famiglie, l'inflazione nell'area dell'euro è aumentata al 7,5% in aprile, trainata dai prezzi dell'energia (+38%). È al massimo storico in Germania (al 7,8%), al 7,2% in Portogallo e sale al 5,4% in Francia. In Belgio, è stabile al livello estremamente elevato del 9,3%, mentre in Italia scende al 6,2% dal 6,5% (attese a +6,3%).

UNO SGUARDO ALL’INFLAZIONE ITALIANA
Il rallentamento dell’inflazione annuale italiana è dovuto principalmente al rallentamento dei prezzi del comparto energetico (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +42,4%). Vanno invece rilevati aumenti per i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,4%) e per i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%). L’“inflazione di fondo”, quella cioè calcolata al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,5% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%. Infine, i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (il cosiddetto carrello della spesa) rallentano invece da +6,5% a +5,9%.

Le prospettive per l'area dell'euro non sono quindi molto interessanti. A parte alcune singole azioni, che riteniamo ancora interessanti, non investiamo più in azioni dell'area dell'euro come parte dei nostri portafogli. D'altra parte, manteniamo l'esposizione alle obbligazioni al fine di ridurre il rischio complessivo dei portafogli.