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Pil Usa in contrazione...

La debole domanda mondiale pesa sul Pil Usa

La debole domanda mondiale pesa sul Pil Usa

Data di pubblicazione 28 aprile 2022
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La debole domanda mondiale pesa sul Pil Usa

La debole domanda mondiale pesa sul Pil Usa

...ma non è colpa degli Usa

L'economia statunitense si è contratta dell'1,4% nel 1° trimestre e si tratta di un risultato molto deludente che sorprende (le attese erano per un +1,1%), soprattutto perché la domanda privata, motore per eccellenza della più grande economia mondiale, continua a crescere (+2,7%), così come gli investimenti (+2,3%) sebbene in rallentamento rispetto al +36,7% del trimestre precedente, gli investimenti.

Tre fattori principali hanno causato questa contrazione.
In primo luogo, c'è il fatto che mentre la domanda da parte dei consumatori americani rimane dinamica, quella del resto del mondo fatica. Di conseguenza, mentre le importazioni statunitensi sono cresciute a un buon ritmo (+17,7% nel primo trimestre), le esportazioni verso il resto del mondo sono diminuite (-5,9%). Ciò spinge la bilancia commerciale verso livelli di deficit senza precedenti, raggiungendo i 125 miliardi di dollari per le merci nel solo mese di marzo. Questa è la causa più importante della contrazione.
In secondo luogo, dopo aver investito molto per accumulare scorte nell'ultimo trimestre del 2021, il settore privato le sta riducendo – altro impatto negativo sul Pil.
Infine, dobbiamo segnalare il forte calo della spesa pubblica (-2,7% e persino -5,9% per la spesa federale): si tratta di una logica dinamica dopo il periodo della pandemia segnato da una spesa pubblica estremamente elevata.
Insieme, questi fattori pesano inevitabilmente sulla crescita.

Tuttavia, la domanda privata rimane forte ed è difficile vedere questo dato come un segno di reale debolezza nel mercato interno statunitense. Certo, quest'ultimo si sta mano mano ridimensionando: da tempo motore dell'economia, gli acquisti di beni sono in leggero calo (-0,1%), evoluzione in parte dovuta ad un costo dei prestiti più costoso. La spesa per i servizi, invece, è cresciuta a buon ritmo (+4,3%).

Tirando le somme, queste cifre di crescita e in particolare il calo netto delle esportazioni dicono di più sulla cattiva forma della domanda privata nel resto del mondo che sull'economia statunitense stessa. La vera domanda è per quanto tempo gli Stati Uniti saranno ancora in grado di resistere da soli in un momento in cui il resto del pianeta sta sempre più faticando. Una cosa è certa: altamente competitiva, diversificata e con una capacità di innovazione che tutto il mondo invidia, l'economia statunitense è la più preparata ad affrontare ogni possibile sfida. Continuiamo perciò ad investire sia in azioni sia in bond nei nostri portafogli.