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Stati Uniti: il settore immobiliare rallenta, cala la fiducia

Economia Usa più pessimista

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Data di pubblicazione 29 giugno 2022
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Economia Usa più pessimista

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Negli Stati Uniti inizia a rallentare la corsa dell'immobiliare e i consumatori incominciano ad essere pessimisti

La salita dei prezzi delle case negli Stati Uniti sta iniziando a rallentare. Secondo l'indice Case-Shiller, infatti, i prezzi degli immobili residenziali nelle 20 principali aree metropolitane del Paese sono ancora aumentati del 21,8% ad aprile, rispetto allo stesso periodo del 2021. Ma rispetto al mese precedente, l'aumento è stato solo dell'1,8%, contro il 2,4% precedente.

Se questa cifra è un po’ datata, tutto porta a credere che sia in corso il raffreddamento del mercato immobiliare. In primo luogo perché i salari reali stanno diminuendo a causa dell'elevata inflazione. Il potere d'acquisto è in declino e, con esso, la possibilità per molti americani di permettersi una casa. Il conseguente aumento dei tassi di interesse sui mutui, poi, non aiuta. Il tasso fisso a 30 anni, che funge da benchmark per il settore, ha iniziato il 2022 a circa il 3,1% e si stava avvicinando al 5% a metà aprile e attualmente si attesta al 5,9%. Ciò rappresenta un aumento molto chiaro dell'onere del debito per coloro che desiderano effettuare un acquisto immobiliare. È abbastanza per raffreddare l'entusiasmo dei potenziali acquirenti e i prezzi immobiliari, così come il settore delle costruzioni, che è stato chiaramente surriscaldato per diversi trimestri. Tuttavia, questo aumento del costo del credito non è privo di difficoltà: anche la fiducia dei consumatori è in forte calo. Se da un lato i consumatori trovano la situazione attuale abbastanza buona, ha prospettive negative per il futuro, con il pessimismo al suo massimo dal 2013. 

Dopo un inizio d'anno difficile, l'economia statunitense vivrà una seconda metà dell'anno che sarà anche piena di sfide.  Lo scenario di una recessione non può essere escluso, ma la situazione statunitense è meno delicata di quella che stiamo vivendo in Europa. Qualsiasi recessione dovrebbe quindi essere relativamente breve e non molto pronunciata, senza influire sulle prospettive che il Paese ha per il futuro. Continuiamo quindi a investire negli Stati Uniti sia in termini di mercati azionari sia obbligazionari.