La Banca centrale cinese ha deciso, a sorpresa, di tagliare i tassi al 2,75% e ha anche iniettato 2 miliardi di yuan tramite pronti contro termine a sette giorni, riducendo al contempo il costo del prestito dello anche in questo caso dello 0,1% al 2%, dal precedente 2,1%. La mossa di dati economici non positivi e dalla volontà di muoversi per tempo cercando di sostenere il più possibile l’economia.
A luglio, infatti, le vendite al dettaglio, un indicatore dei consumi, sono cresciute su base annua del 2,7%, in rallentamento dal +3,1% di giugno e nettamente sotto le attese fissate a +5%. Ma a deludere è stata anche la produzione industriale, con un +3,8% annuo anche in questo caso sia sotto le attese (+4,6%), sia sotto il dato di giugno (+3,9%). Infine, gli investimenti hanno registrato una crescita del 5,7%, in rallentamento rispetto al +6,1% di giugno e sotto il +6,2% atteso.
I dati di luglio mostrano come che la ripresa post-lockdown ha perso forza poiché la spinta della riapertura è svanita e il calo nella richiesta di mutui rappresenta un nuovo deterioramento nel settore immobiliare. Sono proprio questi due temi che pesano anche per il futuro. Nel secondo semestre l’economia cinese potrà essere messa ancora dura prova dalla politica zero-Covid delle autorità, così come il rallentamento del settore immobiliare imporrà molta attenzione.
Le attuali difficoltà dell'economia cinese non devono però portare a visioni scorrette sulla Cina. Le autorità hanno dimostrato di essere pronte a reagire e a sostenere l’economia. Inoltre, dato il potenziale, le azioni cinesi rappresentano una piccola diversificazione interessante: per cui, puoi acquistarne come parte di un portafoglio difensivo, neutro o dinamico. Se il tuo profilo è difensivo, puoi acquistare anche un 5% di obbligazioni in yuan.