La Banca centrale indonesiana ha alzato i tassi d’interesse dello 0,25% portandoli al 3,75%. Questa operazione è la prima di questo tipo dal 2018. Alla base di una simile decisione, come già accade in altri Paesi, sta la lotta all'inflazione, infatti, nonostante le misure adottate da Jakarta per aiutare le famiglie e limitare l'impennata dell'energia, i prezzi han continuato a salire negli ultimi mesi e il carovita ha raggiunto il 4,94% a luglio.
A questo livello, l'inflazione indonesiana rimane ben al di sotto dei livelli che vediamo qui in Occidente, ma a differenza di molti altri, la Banca Centrale dell'Indonesia prende molto sul serio il suo obiettivo di inflazione (deve essere tra il 2% e il 4%) e, temendo di superare il limite massimo del 4% peri prossimi mesi e nel 2023, si è messa in moto.
Per fortuna l'economia in buona forma offre un ampio margine di manovra: nel 2° trimestre la crescita dell'Indonesia ha raggiunto il 5,44%, sostenuta dalla forte domanda privata e dal buon andamento del commercio estero. Tutto, quindi, fa ritenere che l'economia sia ben posizionata per far fronte a questo lieve aumento del prezzo del credito.
Decisiva nelle sue azioni e adottando una politica monetaria estremamente ortodossa, la Banca centrale indonesiana rafforza ulteriormente la sua credibilità e continua a meritare la fiducia degli investitori. Non sorprende quindi se, da inizio anno, la rupia locale si è apprezzata di circa il 9% rispetto all'euro, e se nel Paese è stata meno presente l'elevata volatilità di alcuni mercati obbligazionari emergenti. Sebbene a nostro avviso il mercato indonesiano rimanga vivace, è anche più caro di altri mercati emergenti in generale. Pertanto limitiamo l'investimento sulla Borsa di Giacarta al solo portafoglio dinamico.