La Fed, la Banca centrale Usa, ha pubblicato i verbali dell’ultima riunione tenutasi a fine luglio, durante la quale aveva optato per un rialzo dello 0,75% dei tassi d’interesse portandoli ad un intervallo compreso tra il 2,25% e il 2,5%. Il messaggio che arriva dai verbali è chiaro. I rialzi dei tassi continueranno e ci saranno fino a quando non ci sarà un deciso calo dell'inflazione. Inoltre, la forza del mercato del lavoro Usa fa supporre che l'attività economica sia più forte di quanto mostrato dai dati del secondo trimestre e questo fa dunque prevedere una revisione al rialzo del Pil.
Unendo dunque il fatto che l’economia Usa non è ancora in difficoltà, che il mercato del lavoro è forte e che i dati sull’inflazione di fondo non mostrano segni di rallentamento, nella riunione di settembre c’è da aspettarsi sicuramente un altro rialzo. Di quanto? Per il mercato c’è un 60% di possibilità circa che il ritocco sarà dello 0,5%, il restante 40% prevede un ritocco dello 0,75%.
All’interno della Federal Reserve sanno però come continuare ad alzare i tassi rappresenti un rischio per l’economia. Un'eccessiva stretta monetaria, infatti, maggiore di quella necessaria, potrebbe comportare rischi per l’economia. Per questo, nel futuro dovrà arrivare un rallentamento nei rialzi dei tassi, che però, al momento, non è certo previsto per settembre.