Un altro tassello fondamentale per capire cosa farà la Fed nella sua prossima riunione è arrivato: il dato sul mercato del lavoro a stelle e strisce.
Ad agosto sono stati creati 315.000 posti di lavoro, dunque di più di quanto atteso dal mercato (+300.000). Il dato è sotto l’eccezionale aumento di luglio (+526.000 unità), ma il dato rimane ben al di sopra della media pre-pandemia. La carenza di manodopera sta colpendo un numero crescente di settori e ciò favorisce la crescita dei salari (+5,2% su base annua), stesso di livello di luglio, le attese si aspettavano qualcosa di più, +5,3%, mentre il tasso di disoccupazione risulta, contrariamente alle attee, in crescita da +3,5% a +3,7%.
La piena occupazione e gli aumenti salariali stanno rafforzando la fiducia dei consumatori, che è rimbalzata bruscamente ad agosto dopo essere diminuita nei tre mesi precedenti. Inoltre, compensa parzialmente l'impennata dei prezzi e sostiene i consumi delle famiglie, il motore dell'economia statunitense. In altre parole, al momento il mercato del lavoro rimane decisamente in salute e finché continuerà ad esserlo, negli Stati Uniti si esclude un crollo dei consumi e dell'attività economica. Dunque, la Fed potrà alzare i tassi ancora una volta dello 0,75% per combattere l’inflazione. L’ipotesi rimane ancora probabile.
Ovviamente gli Usa rimangono meta per gli investimenti all’interno delle nostre strategie, sia con le obbligazioni, sia con le azioni.