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Quando fai distinzione tra i tuoi soldi...

Mental accounting

Mental accounting

Data di pubblicazione 29 agosto 2023
Tempo di lettura: ##TIME## minuti

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Mental accounting

Mental accounting

Ti sei accorto che a volta fai differenze tra come investi i tuoi soldi a seconda della loro provenienza? Si tratta anch'esso di un bias, che può portare a scelte di investimento scorrette... 

Il mental accounting è quella tipologia di bias - come dice il termine stesso - con cui le persone creano una sorta di contabilità mentale con i loro soldi: li dividono in diversi conti, creano diversi budget di spesa, di consumo o di investimenti. Qual è l'aspetto negativo di questo mental accounting? Non è tanto quello di creare diversi budget di spesa, operazione che potrebbe essere una corretta gestione del proprio risparmio o comunque delle proprie finanze personali, quanto la gestione differente e le scelte che vengono prese per i soldi che sono in ciascuno di questi conti mentali. L’utilizzo che si fa dei propri soldi è diverso a seconda della provenienza o della destinazione.

In altre parole, gli studi di finanza comportamentale ma anche l'osservazione del nostro modo di ragionare quotidiano dimostrano che le persone sono portate a fare degli investimenti differenti a seconda del fatto, per esempio, che i soldi siano stati guadagnati attraverso il lavoro oppure se derivano da una vincita o da guadagni da altri investimenti. Succede spesso che un investitore è più prudente nell'investire o nel gestire i soldi che provengono dal reddito da lavoro. Quanto guadagniamo dal nostro lavoro è frutto della fatica, dell'impegno, del tempo che dedichiamo alle nostre attività. Essendo considerato del denaro su cui abbiamo faticato, ci sentiamo anche più legati a quest'ultimo e subire delle perdite finanziarie sui soldi per i quali tanto abbiamo faticato per guadagnarli, e per metterli da parte, lo consideriamo un danno molto grave. Addirittura, il nostro primo pensiero sarà quello di cercare di salvaguardarlo il più possibile, perché è come se si salvaguardasse tutta la fatica che abbiamo fatto. E allora le nostre scelte sono spesso e volentieri indirizzate ad investimenti molto poco rischiosi, con un basso livello di incertezza, ma anche con un basso livello di rendimento. È come se l'obiettivo con cui si utilizzano e si investono quei soldi sia “L'importante è non perderli”.

Capita che se i soldi derivano dagli investimenti, guadagni da azioni, interessi, cedole…, su questi guadagni e queste entrate aggiuntive siamo invece più propensi ad investirli anche rischiando qualcosa in più. Possiamo tollerare più facilmente di perdere il guadagno fatto su un investimento… non sono soldi che derivano dalla fatica del lavoro, da rinunce e mal che vada abbiamo perso un guadagno che se non avessimo investito non avremmo comunque avuto.

Si fanno poi ragionamenti analoghi in base agli obiettivi per cui si investe. Spesso e volentieri con i soldi che sono destinati alla nostra pensione si dice “Con i soldi della pensione non si scherza” e questo porta ad investire i propri risparmi per la pensione in maniera poco efficiente, cercando di non perdere troppi soldi oppure non investendoli proprio. Un esempio tipico è la scelta di mantenere il Tfr in azienda piuttosto che investirlo in un fondo pensione. Se invece i soldi sono destinati ad accrescere una parte marginale del nostro capitale o che sarebbero spesi in altri hobby o scelte di consumo voluttuarie e non di prima necessità, ci permettiamo anche di investirli su attività più rischiose.

Questo modo di ragionare non è però corretto. Prima di tutto bisogna ricordare che il denaro è fungibile: la stessa quantità di soldi che deriva dal lavoro piuttosto che dagli investimenti ha lo stesso valore all'interno dei mercati finanziari e della nostra economia. 1.000 euro derivanti da un lavoro piuttosto che dalle cedole di un'obbligazione o dalla vendita in guadagno di un'azione valgono sempre 1.000 euro e possiamo acquistare beni per 1.000 euro di valore. Siamo noi che diamo un valore affettivo differente, ma è una questione emotiva, non razionale. Tutto ciò porta però a conseguente anche più gravi nei nostri investimenti.

Come detto abbiamo avuto modo di ripeterti spesso, le decisioni di investimento vanno fatte tenendo conto dei propri obiettivi. Tornando all'esempio degli investimenti per la pensione, abbiamo ampiamente dimostrato come la scelta di non investire per la pensione piuttosto che scegliere dei prodotti particolarmente sicuri, come un conto deposito, non sono la scelta più efficiente. Se l'obiettivo di investimento è accrescere il capitale nel lungo periodo, per la pensione o in generale per il nostro futuro, e quindi avere un capitale maggiore a disposizione tra 20, 30 anni, indipendentemente dalla provenienza dei nostri risparmi e dall'uso che ne faremo la scelta migliore sono le azioni - come ti abbiamo più volte dimostrato. Questo è solo un esempio, ma ne potremmo fare tanti altri.

La regola da seguire per sconfiggere il mental accounting è però una sola: ad ogni obiettivo che si vuole raggiungere, che può essere di breve periodo o di lungo periodo, corrisponde il corretto investimento finanziario, quindi la corretta strategia e il corretto prodotto da scegliere. Questo è quello che deve guidarti, perché in questo modo puoi ottenere il massimo dai tuoi investimenti.