Un atteggiamento molto diffuso tra le persone, in qualsiasi ambito della vita, è quello di attribuirsi i meriti quando qualcosa è andato bene, ma di scaricare la colpa su qualcuno o qualcosa d’altro quando le cose sono andate male. È un fenomeno studiato e molto approfondito in psicologia, ma se ci fermiamo un attimo a pensare come vanno le cose ogni giorno, ci accorgiamo che è un atteggiamento che fa parte del nostro quotidiano. Quante volte capita sul lavoro, se c’è un ritardo, qualcosa non è andato bene o c’è un errore di cercare subito un responsabile che non siamo noi? Un modo per giustificare e coprirsi senza magari fermarci a pensare se abbiamo anche noi delle responsabilità? Oppure quanto volte ci è capitato di incolpare qualcun altro – il professore – per un brutto voto o una nota? E magari la stessa cosa la fanno ora i figli… E se pensiamo allo sport? La partita va male e iniziano le giustificazioni più disparate: l’arbitro, il tempo, il campo…
Questo atteggiamento ha un nome, attribution bias, distorsione dell’attribuzione, e può avere degli impatti molto negativi. Questo bias porta chi ne soffre a non mettersi mai in discussione, a non fermarsi a controllare se anche lui ha delle colpe, se ha fatto degli errori. In questo modo, però, non si migliora mai: anzi, si è portati a commettere sempre gli stessi errori e non si progredisce. Se contestualizziamo tutto questo negli investimenti, quante volte se un investimento è andato bene, siamo stati bravi, ma quando è andato male la colpa è “Della speculazione”, “Dei poteri forti”, “Di quello che mi ha consigliato” e magari, in realtà, i nostri investimenti non vanno bene perché non abbiamo diversificato abbastanza, perché ci siamo fatti prendere da un eccessivo entusiasmo al momento della decisione oppure perché tutti dicevano e facevano una cosa – l’effetto gregge…? Il problema è che se non ci si vuol fermare a ragionare ed ammettere che, non sempre, ma in certi casi, è anche stata colpa nostra, siamo stati mancanti noi, si potrà continuare a perdere soldi con gli investimenti.
Si può evitare tutto questo? Se diversifichi e ragioni in termini di rendimenti di portafoglio, non delle singole poste, questo può già essere un modo per ridurre perdite, rischi – quest’ultimi, diversificando in automatico li riduci, anche quelli che magari non hai/sai prendere in considerazione. Altra buona norma è segnare perché hai fatto quell’investimento: obiettivo, motivi, orizzonte temporale e poi confrontare a posteriore come sta andando. Questa operazione, che sembra una cosa da nulla, in realtà è spietata: ci mette davanti all’errore, se c’è stato, ma è un ottimo modo per confrontarci con la realtà e poter migliorarci sempre.