News

Fed: pausa e porta aperta

Riunione Fed

Riunione Fed

Data di pubblicazione 02 novembre 2023
Tempo di lettura: ##TIME## minuti

condividi questo articolo

Riunione Fed

Riunione Fed

Così si potrebbe sintetizzare la riunione della Banca centrale americana

La Fed non ha ancora chiuso la porta ai rialzi dei tassi d’interesse, non definitivamente almeno. Tuttavia, la necessità di un ulteriore aumento diminuisce, perché sono le condizioni di mercato che stanno facendo parte del lavoro che serve per rendere la politica monetaria restrittiva.

La Banca centrale Usa, nel lasciare i tassi invariati tra il 5,25% e il 5,5%, ha infatti detto che le condizioni più restrittive del credito e quelle finanziarie potranno pesare su crescita, assunzioni e inflazione. Rispetto alla riunione precedente il governatore Powell ha dunque aggiunto un elemento in più: prima si faceva riferimento solo a condizioni creditizie più restrittive, ora è stato aggiunto che anche quelle finanziarie lo sono. A cosa si riferisce con il termine finanziarie? Ai rendimenti di mercato, con quelli dei titoli di Stato che sono saliti creando così condizioni monetarie più stringenti. Come abbiamo avuto modo di dirti diverse volte, infatti, non ci sono solo i tassi d’interesse ufficiali a determinare se le condizioni sono restrittive o meno. I tassi ufficiali sono lo strumento diretto usato dalle Banche centrali, ma poi questo impulso arriva sui mercati e a quel punto tutti i diversi rendimenti si adeguano e si trasmettono all’economia. E non è detto che il rialzo dei rendimenti di mercato sia per forza dello stesso ammontare di quelli ufficiali o che duri per lo stesso periodo. Per cui, ora il “lavoro sporco”, com’è stato definito da molti osservatori, lo stanno facendo i mercati.

In questa situazione, la Fed può mantenere il suo approccio prudente, procedendo di riunione in riunione per capire cosa fare e facendosi guidare dai dati. Tuttavia, il livello di incertezza sugli effetti del rialzo dei tassi è tale, e un’inflazione, che seppure in calo, è ancora elevata, non consentono di mettere la parola fine ai rialzi dei tassi. C’è poi da considerare l’andamento dell’economia.

La Fed ha modificato la descrizione del ritmo di crescita economica, portandolo a "forte" da "solido" per riflettere i migliori dati economici pubblicati dopo la riunione di settembre - soprattutto il sorprendente dato sul Pil. Anche per gli aumenti nell’occupazione si parla ora di una moderazione e non più di un rallentamento. Un andamento robusto dell’economia, accompagnato da un mercato del lavoro in salute, rappresenta una potenziale spinta inflazionistica. Per cui, non si può dire che il lavoro sulla lotta al carovita sia concluso. Non c’è più la fretta e la necessità di continuare ad alzare sempre e comunque i tassi d’interesse, come dimostrano le decisioni di questa e della passata riunione, in cui i tassi non sono stati toccati, ma la porta aperta ad un altro rialzo la Fed l’ha voluta comunque lasciare…