Le politiche riformiste del presidente Milei sono considerate essenziali per poter cambiare le sorti dell’Argentina, modificando l’economia fin dalle basi. Sono, in altre parole, viste come un male necessario se l’Argentina vuole veramente cambiare. E si parla di “male” non a caso, perché le riforme necessarie imporranno un costo da pagare molto pesante alla popolazione.
Il costo delle misure di Milei è già evidente in tutta l’economia. Secondo alcuni sondaggi effettuati dallo stesso governo, i datori di lavoro prevedono di licenziare più lavoratori di quanti ne assumeranno nei prossimi mesi. Non solo, le riforme hanno spinto il carovita argentino a raggiungere, l’ultimo dato è quello di gennaio, il 254,2% annuo, la crescita maggiore dall’inizio degli anni ’90 (quando il Paese uscì dall’iperinflazione). La spinta al carovita è arrivata dal fatto che Milei ha rimosso il blocco esistente dei prezzi su centinaia di beni di prima necessità, che sono stati così liberi di schizzare alle stelle.
L’elevata inflazione sta pesando, inesorabilmente, sui consumi, dato che i salari reali continuano a scendere, deprimendo così il potere d’acquisto. In un contesto come questo, il 2024 vedrà un’economia argentina contrarsi: le stime del Fondo monetario parlano di un -2,8%.
Per quanto riguarda gli investimenti, l’unico modo per potersi esporre all’Argentina è puntando sui mercati emergenti nella loro totalità con l’Etf Invesco Emerging Mkts Usd Bond (14,526 euro; Isin IE00BF51K132).