In Turchia la Banca centrale ha alzato a sorpresa i tassi, portandoli dal 45% al 50%. La mossa è stata in qualche modo forzata da due fattori.
Il primo: un deterioramento delle prospettive di inflazione. Nonostante un costo del denaro più che triplicato da giugno (dal 15% al 50%), la Turchia non riesce infatti a controllare l'inflazione, che ha raggiunto il 67% a febbraio e con tutta probabilità sfonderà il 70% nei prossimi mesi. Sempre la Banca centrale turca ha ribadito la disponibilità di alzare ulteriormente i tassi se necessario. Si tratta dunque di un messaggio molto deciso da parte dell’Istituto monetario, che vuole convincere il mercato della sua credibilità in fatto di lotta all’inflazione.
Il secondo motivo è invece un più rapido deprezzamento della lira turca: è la valuta con la peggiore performance rispetto all’euro nel 2024. L’elevato costo del denaro sta pesando ancora sull’attività economica, con la disoccupazione salita al 9,1% e gli investitori stentano a ritrovare fiducia nella Turchia. L’afflusso di investimenti, infatti, è un fattore che sostiene la valuta.
Puntare oggi sulla lira turca non è consigliabile né te lo consigliamo. I continui cali dimostrano come anche gli elevati rendimenti offerti potrebbero non essere in grado di bilanciare i crolli della divisa. Per cui, niente bond in lire turche e neppure azioni della Borsa turca. Si può però pensare di esporsi alla Turchia, ma calmierando il più possibile i rischi. La soluzione è farlo puntando sull’Etf Invesco Emerging Mkts Usd Bond (14,446 euro; Isin IE00BF51K132).