A marzo l’inflazione in Giappone ha conosciuto un rallentamento, con l’indice generale che è passato dal 2,8% al 2,7%, mentre l’inflazione di fondo è passata del 2,8% al 2,6%. Pur con questo rallentamento, l’inflazione rimane stabilmente sopra l’obiettivo del 2% da oramai due anni e dunque non ci sono motivi per la Bank of Japan di rivedere la sua politica monetaria.
Inoltre, ci sono fattori che rappresentano potenziali pressioni inflazionistiche per i prossimi mesi.
- Aumento dei prezzi alimentari se persiste lo yen debole
- Tensioni geo-politiche possono far aumentare il prezzo del petrolio
- Gli aumenti salariali più alti delle attese faranno aumentare il potere d’acquisto dei giapponesi, incentivando la domanda
- Fine dei sussidi ai servizi di pubblica utilità (come in Europa con gli aiuti contro il caro-bollette)
Tenendo conto di tutti questi fattori, le prospettive sull’inflazione giapponese sono rimangono invariate e quindi la BoJ può tranquillamente aspettare a muoversi in tema di tassi d’interesse. L’attese di mercato prevedono un nuovo rialzo ad ottobre.