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Fed e Bce a confronto sui tassi

Fed e Bce

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Data di pubblicazione 04 luglio 2024
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Fed e Bce

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Le due Banche centrali sono alle prese con le scelte sul costo del denaro. Sembra però che le due colleghe abbiano degli atteggiamenti diversi

I verbali delle riunioni delle banche centrali sono sempre utili perché consentono di ottenere maggiori informazioni sui ragionamenti e sui pensieri che sono stati condivisi durante prima di arrivare alla decisione su cosa fare con i tassi di interesse che poi è quella che viene comunicata al mercato a fine riunione.

Per quanto riguarda la Banca centrale europea, lo scenario che emerge dalla lettura dei verbali è quello di una di una Bce che ha deciso di tagliare i tassi di interesse senza per forza aspettare dei dati definitivi sulle sorti dell'inflazione. Sembra una contraddizione con quanto va ripetendo la stessa Bce, cioè che ogni decisione viene presa sui dati. In realtà la decisione è stata presa sui dati disponibili a giugno, ma dato il livello elevato di incertezza è difficile avere dei dati che forniscono la certezza di un'inflazione al 2% nel prossimo futuro o nei prossimi anni. Si arriva ad un momento in cui i dati sono significativi, ma possono spiegare solo una buona parte di come stanno andando le cose; la certezza assoluta non si potrà mai avere. Se si aspetta questa certezza assoluta vuol dire che probabilmente l'obiettivo di politica monetaria è già stato raggiunto, ma questo vorrebbe dire aver atteso troppo a tagliare i tassi di interesse, creando così un pregiudizio all'economia di eurolandia.

La Bce ha allora deciso che lo spazio per un taglio dello 0,25% c'era, conscia del fatto che qualunque decisione porta con sé un rischio che non si può eliminare: era però giunto il momento in cui questo rischio era più controllato rispetto ai mesi precedenti. Inoltre, che il 4,25% è un livello in termini assoluti molto elevato, che lascia quindi la politica monetaria in un territorio restrittivo. In altri termini non ci sarà mai la sicurezza che è il momento giusto per tagliare i tassi di interesse, c'è invece un momento in cui è ragionevole farlo. Inoltre, se la dinamica futura dell’inflazione di eurolandia dovesse essere sfavorevole, i tassi rimangono comunque a un livello particolarmente restrittivo e tali da combattere l'inflazione. Ecco come è maturato il primo taglio dei tassi della zona euro.

Dai verbali della Federal Reserve americana si evince invece una Banca centrale che ancora non riesce a convincersi a procedere con un taglio dei tassi di interesse. Il ragionamento è sempre lo stesso: la Fed vuole avere più dati e avere maggiori certezze sul calo dell'inflazione. È un discorso analogo a quello che la Bce ha fatto per mesi prima di tagliare i tassi. La domanda che viene da porsi è se anche la Fed a un certo punto farà lo stesso discorso della Bce, tale per cui non potendo avere la certezza al 100% di cosa succederà in futuro deciderà comunque di tagliare, oppure se sarà disposta ad attendere una maggiore sicurezza anche a scapito dell'economia. E su quest'ultimo punto dai verbali della Fed si evince come ad oggi il sorvegliato speciale da parte dei membri della Banca centrale americana è il mercato del lavoro. Attualmente sul mercato del lavoro americano si sta verificando una situazione in cui da una parte vi è una creazione di posti di lavoro ancora sostenuta, ma dall'altra sta anche aumentando il tasso di disoccupazione. Significa quindi che domanda ed offerta di lavoro stanno andando a velocità differenti e questo potrebbe portare a un nuovo equilibrio all'interno del mercato del lavoro stesso, con una conseguente dinamica in termini di salari, occupazione e quindi economia. La Fed sembra molto attenta a cercare di capire quando il mercato del lavoro giungerà ad un punto di svolta, perché potrebbe essere il segnale per il quale è arrivato il momento di potersi permettere di tagliare i tassi di interesse.