In Cina, lo stock di credito ipotecario continua a diminuire, raggiungendo il livello più basso dal 3° trimestre del 2021 alla fine del secondo trimestre del 2024, secondo i dati della Banca centrale cinese.
Questo calo indica che il tasso al quale le famiglie richiedono nuovi mutui è ora inferiore al tasso al quale rimborsano i prestiti esistenti, un chiaro segnale della disaffezione delle famiglie nei confronti del mercato immobiliare. Tuttavia, quest'ultimo è stato, per anni, il mercato preferito dalle famiglie cinesi. La mancanza di fiducia nel settore immobiliari è però foriera di implicazioni per l'economia cinese.
Il calo dei prestiti ipotecari è tanto più notevole in quanto arriva in un momento in cui i tassi di interesse cinesi sono in calo, il che dovrebbe rilanciare il mercato e mette in discussione anche i timidi tentativi di stimolo varati da Pechino, che sono chiaramente insufficienti a garantire un rimbalzo in questo mercato e ancor più nell'economia cinese nel suo complesso.
Non rispondendo agli elettori, le autorità di Pechino agiscono spesso in modo più misurato rispetto a quelle occidentali, e senza alcun annuncio, non esitando a correggere la rotta in seguito, a seconda delle necessità. Tuttavia, alla luce degli ultimi dati, dovranno aumentare considerevolmente il loro intervento nell’immobiliare e trovare nuovi modi per stimolare una crescita che è ancora incerta.
Mentre non c'è dubbio che la Cina dovrà trovare nuovi motori di crescita, il potenziale del Paese rimane immenso, in particolare a causa della sua padronanza tecnica di molti settori del futuro, mentre le sue attività finanziarie quotano su livelli convenienti. Continuiamo quindi a investire in esso come parte di tutti i nostri portafogli.