La Bce ha tagliato al 3,5% i tassi sui depositi. Nulla di nuovo ed inatteso, dato che il mercato si aspettava da tempo questa mossa. Quello che poteva rappresentare un market mover, cioè far muovere i mercati, erano piuttosto le dichiarazioni e le eventuali indicazioni sulle future mosse. Sul punto la Bce è rimasta fedele all'approccio guidato dai dati e quindi non è stata data alcuna indicazione sui tassi futuri. La Bce non vuole quindi dare una guidance sui tassi, ripetendo che per determinare livello e durata adeguati del costo del denaro si continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.
LE NOVITA' IN TERMINI DI TASSI
Inoltre, come annunciato lo scorso 13 marzo a seguito del riesame dell’assetto operativo, il differenziale tra il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi presso la banca centrale sarà fissato allo 0,15%. Il differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali rimarrà invariato allo 0,25%. Pertanto, il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale sarà ridotto al 3,50%. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,65% e al 3,90%.
LE STIME SU INFLAZIONE E PIL
Come avviene ogni trimestre, in questa riunione di settembre la Bce ha presentato le sue stime, aggiornate, su crescita ed inflazione. Per quanto riguarda l'inflazione, la Bce ha mantenuto inalterate le stime sull'indice generale, in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, e dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno. Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, invece, le nuove stime sono state riviste lievemente al rialzo, poiché i rincari dei servizi sono risultati maggiori delle aspettative, sebbene le attese siano comunque di un rapido calo: dal 2,9% di quest’anno al 2,3% nel 2025 e al 2,% nel 2026. L’inflazione interna resta elevata in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Tuttavia, le pressioni sul costo del lavoro si stanno allentando e i profitti stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione dell’aumento delle retribuzioni.
Per quanto riguarda la crescita economica, c'è stata una leggere revisione al ribasso, per colpa, soprattutto, di una domanda interna più debole nei prossimi trimestri. Le attese ora parlano di un Pil in crescita dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026.
GLI INVESTIMENTI
Per quanto riguarda gli investimenti, le nostre strategie sono confermate: sia a livello di portafoglio, sia extra-portafoglio, abbiamo agito in anticipo rispetto alla notizia della Bce. I mercati si muovono sulle aspettative, tendendo ad anticipare i movimenti. Per questo, bisogna allineare i portafogli o decidere come posizionarsi in anticipo. I nostri tre portafogli li trovi qui. Per quanto riguarda le obbligazioni della zona euro, qui puoi trovare l'ultimo aggiornamento su come puntare sulle obbligazioni in euro.