La Banca centrale europea monitora un insieme di dati per prendere le sue decisioni in fatto di tassi di interesse. Non c'è solo l'inflazione, anzi. Ancor più dell'indice generale dei prezzi al consumo, la Bce rivolge la sua attenzione maggiormente all'inflazione di fondo, ma non solo. Monitora anche le cosiddette pressioni sui prezzi, tra le quali vi è, per esempio, l'inflazione dei servizi, la produttività e il costo del lavoro – che in combinazione con produttività e profitti delle aziende può incidere, in positivo o in negativo, sull’inflazione.
Ci sono diversi indicatori significativi dell'andamento del costo del lavoro all'interno della zona euro e oltre alla crescita dei salari vi è anche la compensazione per addetto. Si tratta di una misura che non tiene conto solo del salario, ma anche dei bonus, degli straordinari…
È una misura quindi che considera il pacchetto retributivo completo, non soffermandosi solo sulla componente monetaria fissa. È importante tenere conto di tutti i fattori che intervengono a remunerare un lavoratore, perché dal lato delle imprese questo rappresenta il costo totale, ma determina anche il reale potere d'acquisto e quindi di spesa del lavoratore.
La crescita percentuale della compensazione per addetto nel secondo trimestre è stata pari al 4,3%, in rallentamento, dunque, dal 4,8% del primo trimestre del 2024. La Bce a giugno aveva previsto una crescita del 5,1% e dunque i dati non solo sono in rallentamento, ma sono anche sotto quanto previsto dalla stessa Bce. È un ulteriore dato, oltre a quello pubblicato sul Pil della zona euro, che funge da via libera al taglio dei tassi la prossima settimana.