La prima stima preliminare sull'andamento del Pil Usa nel terzo trimestre di quest'anno mostra una crescita del 2,8%. Rispetto al risultato del secondo trimestre siamo di fronte ad un leggero rallentamento, dato che la crescita era stata del 3%, e si tratta anche di un dato sotto le attese che si attendevano un 3% anche nel terzo trimestre. Tuttavia, i dati odierni sul Pil Usa, seppur leggermente sotto le attese, mostrano un'economia a stelle e strisce che continua a crescere ad un ritmo decisamente positivo.
La chiave di lettura favorevole è data dal fatto che l’economia Usa mostra una solida crescita sostenuta da una robusta domanda interna. I consumi, colonna portante dell’economia Usa, infatti, sono cresciuti del 3,7% dal 2,8% mostrato nel trimestre precedente. Non solo. Se si va a guardare una misura della crescita di fondo che combina la spesa dei consumatori e gli investimenti delle imprese, di fatto una rappresentazione della crescita interna, si scopre che è aumentata del 3,2%, il dato più alto di quest'anno.
Come di consueto con i dati sul Pil escono anche quelli trimestrali sull'indice PCE, cioè l'indice dei prezzi al consumo delle spese personali, che è l'indicatore preferito in termini di carovita della Fed. Questa misura dell'inflazione nel terzo trimestre è scesa all’1,5% annuale, dal 2,5% del secondo trimestre, quando le attese si aspettavano un rialzo al 2,7%. Se si guarda alla versione di fondo di questo indice, il dato trimestrale parla sempre di un rallentamento, dal 2,8% al 2,2% - pressoché in linea con il 2,2% previsto dai mercati.
I dati consentono alla Fed di continuare nel percorso di allentamento monetario e quindi nella riunione della prossima settimana i tassi saranno tagliati. Sull’ampiezza del taglio non sembrano oramai esserci dubbi: i mercati scontano con probabilità attorno al 95% un taglio dello 0,25% da parte della Fed.