L’INFLAZIONE E LE FUTURE DECISIONI DELLA BANK OF JAPAN
Le attese di mercato per un alzo dei tassi di interesse entro la riunione di gennaio da parte della Bank of Japan diventano non solo sempre più credibili, ma anche realtà. Questo è dovuto ai dati sull'inflazione di ottobre che hanno mostrato un carovita giapponese oramai stabilmente capace di mantenersi sull'obiettivo del 2% annuale.
I prezzi al consumo, esclusi i prodotti alimentari freschi, sono aumentati infatti del 2,3% a ottobre rispetto all'anno precedente, in rallentamento rispetto al 2,4% di settembre, ma soprattutto più delle attese fissate a +2,2%.
Escludendo i costi energetici in aggiunta a quelli dei prodotti alimentari freschi, il carovita è del 2,3%, rispetto al 2,1%. Inoltre, anche i prezzi dei servizi hanno accelerato, dall'1,3% all'1,5% annuale.
L'andamento dei prezzi dei servizi e la dinamica dei prezzi di fondo dimostrano come le pressioni inflazionistiche in Giappone siano oramai radicate e che l'obiettivo di una crescita dei prezzi stabilmente al 2% annuale possa dirsi raggiunto. In quest'ottica, tenendo anche conto del costo dei beni importati derivanti dallo yen debole, continuare a mantenere una politica monetaria eccessivamente espansiva è una scelta non più adeguata.
La Bank of Japan può quindi proseguire nel suo processo di normalizzazione della politica monetaria, in altri termini può procedere con altri rialzi dei tassi di interesse. Se il rialzo non arriverà nella riunione di dicembre, sarà poi scontato che arrivi a gennaio.
IL PACCHETTO DI STIMOLO FISCALE
In Giappone è stato anche approvato un pacchetto di stimoli fiscali, che prevede una spesa di 21,9 trilioni di yen (135 miliardi di euro circa) per misure a sostegno di aumenti salariali e sussidi per le famiglie a basso reddito, per le bollette del gas e dell'elettricità e per investimenti nel settore dei semiconduttori e dell'intelligenza artificiale. Le misure sono così ripartite (i dati sono approssimati):
- 64 miliardi di euro destinati alla crescita economica
- 28,5 miliardi di euro destinati a misure di riduzione dei prezzi
- 42,5 miliardi di euro ad altre misure economiche, sociali e di sicurezza
Secondo il governo, le misure incrementeranno il prodotto interno lordo dell’1,2%. Il governo si aspetta inoltre che le misure di riduzione dei prezzi riducano l'inflazione complessiva dello 0,3%.
IL RIMBALZO DELLE ESPORTAZIONI
Dopo un calo dell'1,7% a settembre, le esportazioni nipponiche sono state particolarmente dinamiche a ottobre con un aumento annuo del 3,1%. Ciò è dovuto a un aumento delle spedizioni verso l'Asia in generale e la Cina in particolare. Le vendite verso gli Stati Uniti, principale destinazione delle esportazioni giapponesi, sono diminuite del 6,2%. Anche le spedizioni verso l'Unione Europea sono diminuite (-11,3%) a causa della debolezza della domanda europea.
I buoni dati di ottobre non impediscono agli esportatori giapponesi di essere preoccupati. Temono infatti l'introduzione di nuovi dazi negli Stati Uniti. Un tale scenario rallenterà il commercio mondiale e penalizzerà in particolare le aziende giapponesi che sono fortemente dipendenti dal mercato statunitense.
L'economia giapponese dovrà quindi fare più affidamento sulla domanda interna, che fortunatamente è stata stimolata negli ultimi mesi dall'aumento dei salari che incentiva le famiglie a consumare – e il pacchetto di stimolo visto in precedenza sarà utile in questo senso.
COME INVESTIRE
In un portafoglio adeguatamente diversificato, consigliamo il 10% di azioni giapponesi e il 5% di obbligazioni in yen, indipendentemente dal vostro profilo di rischio.