Tra gli indicatori monitorati dalla Banca centrale europea per prendere le decisioni sui tassi di interesse non c'è solo l'inflazione, e più precisamente l'inflazione di fondo più significativa dell'indice generale dei prezzi, ma anche altre metriche, tra cui i salari. Il dato che arriva dalla crescita dei salari dell'eurozona nel terzo trimestre non è incoraggiante per la Bce.
I salari negoziati nel terzo trimestre sono infatti aumentati del 5,4% rispetto all'anno precedente, si tratta di un aumento rispetto al 3,5% del secondo trimestre, ma anche rispetto al dato del primo trimestre (+4,8%). Si tratta inoltre della crescita dei salari più alta registrata da quando esiste l’euro nel 1999.
Come impatterà tutto questo sulle decisioni della Bce? Per la riunione del prossimo dicembre il taglio dei tassi dello 0,25% non è ancora in pericolo. In prospettiva, infatti, la stessa Bce prevede un forte rallentamento degli aumenti salariali nel 2025 e nel 2026, riducendo così una fonte di pressioni inflazionistiche.