La Banca centrale australiana si trova in una delle situazioni più scomode nella conduzione della politica monetaria. L’economia rallenta, ma l’inflazione rimane ostinatamente alta.
Il Pil del terzo trimestre è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, sotto le attese poste a +0,5%, mentre a livello annuale il Pil è cresciuto dello 0,8%, sotto le attese dell’1,1% ed in rallentamento dall’1% del secondo trimestre. Quello annuale è il tasso di crescita più lento dal 1991 ad oggi, eccezion fatta per il periodo della pandemia.
Come mai l’economia australiana rallenta? Attualmente la crescita è fortemente sostenuta da spesa pubblica e crescita della popolazione, ma la produttività va calando. Questo rende decisamente più difficile far scendere l’inflazione, che infatti rimane pervicacemente alta.
La scelta della RBA di mantenere fermi i tassi al 4,35%, su livelli quindi molto alti e per lungo tempo, ha quindi portato ad un rallentamento della domanda, ma non ad un calo dell’inflazione. Per questo 2024 la stima di crescita della RBA era pari all’1,5%, ma con i risultati messi a segno in questi trimestri questo obiettivo difficilmente sarà raggiunto.
Con un allentamento dell’economia il taglio ai tassi d’interesse sarebbe giustificato, ma dall’altro l’inflazione non consente di ridurre il costo del denaro: è la situazione scomoda di cui parlavamo.
In ottica di investimento, le obbligazioni in dollari australiani non sono da acquistare, mentre per le azioni controlla i nostri portafogli.