LA SVIZZERA ABBASSA I TASSI DELLO 0,5%...
Di fronte al calo dei tassi d'interesse nell'area dell'euro e al desiderio delle autorità monetarie di Francoforte di rimanere sulla strada dei tagli, la Banca nazionale svizzera, giocando d’anticipo sulla scelta della Bce – la BNS si è riunita prima della Bce - ha scelto di prendere l'iniziativa, riducendo i suoi tassi di riferimento dello 0,5%, portandoli allo 0,5%. Si tratta di una mossa inattese, con i mercati che puntavano ad un taglio della 0,25%-
Perché questa mossa? La BNS intende limitare un'eventuale compressione del differenziale dei tassi d'interesse tra la Svizzera e l'area dell'euro. Nonostante i rendimenti del debito pubblico svizzero siano molto più bassi rispetto a quelli dei Paesi dell'eurozona, gli investitori continuano a privilegiare gli investimenti in franchi svizzeri, che percepiscono come un bene rifugio. Di conseguenza, la valuta locale continua ad apprezzarsi rispetto all'euro (in guadagno di circa il 7% dai minimi di maggio). Attualmente scambiata a circa 1,07 euro per il franco svizzero (o 0,93 per 1 euro), la valuta svizzera è vicina ai massimi raggiunti alla fine del 2023. Su tali livelli il franco è sopravvalutato, il che inevitabilmente pesa sulla competitività dei prodotti del Paese, sia per l'esportazione che sul mercato interno.
L'obiettivo delle autorità svizzere è quindi chiaro: rendere ancora più esigui i rendimenti offerti dagli investimenti svizzeri, al fine di renderli meno attraenti e quindi indebolire la forte domanda da parte degli investitori, il che rende il franco troppo caro per i loro gusti. Dopo aver abbassato i tassi di riferimento in ciascuna delle quattro riunioni di politica monetaria tenutesi nel 2024, la BNS potrebbe farlo di nuovo nelle prossime riunioni, soprattutto perché l'inflazione rimane molto contenuta, allo 0,7% a novembre. Il ritorno della Svizzera ai tassi d'interesse pari a zero è quindi a portata di mano e non si può escludere un ritorno a tassi d'interesse negativi. Inoltre, se le misure tradizionali non riusciranno a indebolire il franco, la BNS non esclude di intervenire direttamente sui mercati dei cambi, come ha fatto in passato.
L'incertezza sull'andamento del franco e gli scarsi rendimenti offerti in questo mercato del debito ci spingono a stare alla larga dai titoli di Stato svizzeri.
… E IL CANADA FA LO STESSO…
Anche la Banca del Canada continua ad allentare la sua politica monetaria a un ritmo accelerato, con un ulteriore taglio dello 0,5% dei tassi di riferimento. Si tratta del quinto taglio da maggio, che ha permesso al costo del denaro canadese di scendere dal 5,0% di primavera al 3,25% di oggi.
Le autorità monetarie canadesi sono preoccupate per il rallentamento dell'economia, in particolare a causa della debolezza degli investimenti. Sono anche preoccupati per l'impatto della possibile imposizione di dazi da parte di Donald Trump sui prodotti canadesi. Stanno quindi approfittando dell'inflazione che è tornata al livello obiettivo (2,0% a ottobre e addirittura 1,7% per l'indice core, che esclude alimenti freschi, energia e mutui) per rendere la politica monetaria meno restrittiva.
La Banca centrale canadese prevede una crescita relativamente deludente nel 2025 e intende fare il possibile per stimolarla, seppur i segnali di ripresa siano già visibili. È il caso della spesa per consumi delle famiglie, così come del mercato immobiliare, che sono entrambi in ripresa, beneficiando della riduzione del costo del credito già concessa.
…MENTRE L’AUSTRALIA LI LASCIA FERMI
La Banca centrale australiana (RBA) ha lasciato i tassi fermi al 4,35%, come ampiamente atteso, ma ha di fatto comunicato un cambio di approccio con le sue parole.
La RBA ha detto infatti che sta diventando più fiduciosa sul fatto che l’inflazione si sta muovendo sulla strada giusta e nono solo. Ha anche detto che sembrano attenuarsi alcuni rischi al rialzo per l’inflazione e non ha più detto che non esclude nulla in fatto di future scelte. Di fatto, la possibilità di un rialzo non esiste più.
Ora le attenzioni del mercato sono su quando arriverà il primo taglio della RBA, dato che quest’ultima ha confermato il rallentamento dell'economia, ma ha anche aggiunto che sebbene l'inflazione di base sia ancora troppo alta, si sta muovendo nella giusta direzione.