La Svizzera è uno dei Paesi con il tasso di inflazione tra i più bassi in Europa: a novembre, infatti, il carovita annuale si è attestato allo 0,7%, in leggero rialzo rispetto allo 0,6% di ottobre ma sotto quanto a atteso dal mercato (+0,8%). L'inflazione Svizzera si trova così ampiamente all'interno dell'intervallo obiettivo della Banca Nazionale Svizzera (BNS), compreso tra 0% e 2% ed è addirittura più vicino al limite inferiore piuttosto che a quello superiore. Già questo basterebbe per consentire alla BNS di tagliare i tassi la prossima settimana, mossa già attesa dai mercati da diverso tempo.
A rendere ancora più probabile, se non a questo punto si potrebbe definire addirittura certo, il taglio dei tassi dall’1% allo 0,75% è anche un'altra serie di fattori. Buona parte dell'aumento dell'inflazione in questo 2024 è dovuta agli affitti, ma con i tassi ufficiali in calo anche questa metrica dovrebbe abbassarsi riducendo le pressioni inflazionistiche svizzere. Si prospetta anche una riduzione dei costi energetici, che andrebbe dunque ad indebolire ancora di più la dinamica inflattiva. A questo bisogna poi aggiungere le preoccupazioni per un rafforzamento del franco nei confronti dell'euro e anche le preoccupazioni per un possibile effetto negativo dell'economia tedesca su quella svizzera. Tutto quanto detto compone il quadro completo dei fattori che fanno propendere per un altro taglio dei tassi nella riunione di dicembre. Non solo. Con il contesto appena delineato, le attese di mercato sono per un ulteriore taglio anche a marzo: entro i prossimi tre mesi il costo del denaro svizzero dovrebbe arrivare dunque arrivare allo 0,5%.
I timori, che ad oggi sono solo tali, di un possibile contagio della vicina Germania riguardano più che altro i prossimi mesi: i dati sul terzo trimestre hanno infatti mostrato un'economia svizzera in crescita dello 0,4% trimestrale, in linea con le attese seppur in rallentamento rispetto allo 0,6% messo a segno nel secondo trimestre. Su base annuale la crescita è stata però del 2% e quindi superiore all'1,8% atteso dal mercato e in accelerazione rispetto all'1,5% messo a segno nel secondo trimestre.
Per quanto riguarda gli investimenti, non consigliamo le obbligazioni in franchi, mentre per le azioni controlla quando puoi inserirle in portafoglio.