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Le nuove stime del Fondo monetario internazionale

Stime Fondo monetario

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Data di pubblicazione 21 gennaio 2025
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Stime Fondo monetario

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Sono state pubblicate le nuove stime su Pil ed inflazione. Ecco tutti dettagli

CRESCITA
Il Fondo monetario internazionale ha aggiornato le sue stime di crescita per l’economia mondiale ed ora prevede un +3,3% nel 2025 e nel 2026, al di sotto quindi della media storica del 3,7% registrata tra il 2000 e il 2019. Se per il 2026 si tratta di una conferma, per il 2025 invece la nuova stime rappresenta un miglioramento pari allo 0,1%. Questo aumento è il risultato di un quadro misto: una ripresa robusta negli Stati Uniti che compensa parzialmente la debolezza in Europa e nelle principali economie emergenti. Ciò significa che l’economia globale è contraddistinta da divergenze di crescita tra regioni e settori. Infatti, negli Stati Uniti, la crescita del 2,7% nel 2025 sarà trainata dai consumi e da condizioni finanziarie favorevoli, rafforzate da politiche meno restrittive. Al contrario, l’eurozona rimane vulnerabile, con una crescita debole (1% nel 2025) a causa di problemi persistenti nel settore industriale e delle esportazioni. In Asia, mentre la Cina rallenta leggermente al 4,6%, l’India mantiene una crescita costante del 6,5%, sostenuta da una solida attività industriale e infrastrutturale.

INFLAZIONE
Il carovita è previsto, a livello mondiale, in calo al 4,2% nel 2025 e al 3,5% nel 2026, con una convergenza più rapida verso gli obiettivi delle Banche centrali nei paesi avanzati rispetto a quelli emergenti. Nei paesi sviluppati, l'inflazione è frenata dal calo dei prezzi delle materie prime e dai mercati del lavoro.

RISCHI E INCERTEZZE
I rischi al ribasso includono nuove tensioni geopolitiche, che potrebbero perturbare le catene di approvvigionamento e aumentare i prezzi delle materie prime, specialmente in Europa. Negli Stati Uniti, l’espansione fiscale prevista (ad esempio, attraverso tagli fiscali) potrebbe fornire uno stimolo a breve termine, ma creare rischi di instabilità fiscale e volatilità finanziaria nel medio termine. L'elevata incertezza nelle politiche commerciali globali, dovute alle minacce di dazi, è un ulteriore elemento che potrebbe influire negativamente sugli investimenti e sulla fiducia delle imprese.