Il settore industriale in Spagna occupa una quota inferiore rispetto alle altre economie della zona euro, proprio per questo il Paese risente meno della crisi, inoltre le aziende spagnole stanno dimostrando una maggiore resilienza: dal 2021 la produzione industriale spagnola è rimasta stabile, mentre quella dell'intera zona euro è scesa del 3%. Ciò si spiega anche con il minor costo della manodopera in Spagna rispetto alla media europea e dal prezzo dell'elettricità. Il paese iberico è riuscito a limitare l'aumento delle tariffe provocato dalla guerra in Ucraina e a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili. Da due anni, più della metà della produzione elettrica è da fonti rinnovabili e l'obiettivo è di raggiungere l'80% entro il 2030.
Turismo, ma non solo, per crescere
Con più di 88 milioni di turisti stranieri nei primi undici mesi del 2024, di cui oltre il 40% extraeuropei, il boom del turismo ha contribuito alla crescita spagnola e ha creato molti posti di lavoro. Ciò sostiene i consumi delle famiglie che hanno beneficiato anche dell’aumento del salario minimo. Tuttavia, la capacità di accoglienza del Paese non è illimitata e questi ritmi di crescita non sono più sostenibili. Migliorare l'offerta turistica, spostandosi verso la qualità, è un processo lento e difficile. Il Paese, ad esempio, sta mettendo a punto una serie di provvedimenti per combattere le speculazioni sui prezzi delle case acquistate a fini turistici.
Nel 2025 ci si aspetta che a essere protagonista siano gli investimenti, grazie all’arrivo dei fondi del piano europeo di ripresa che è stato adottato nel luglio del 2020 dall'Unione europea in seguito all’emergenza del Covid. La Spagna è il secondo beneficiario di questo piano (dopo l’Italia), con oltre 160 miliardi su un totale disponibile di poco più di 800 miliardi. A causa della sua difficile attuazione, finora solo un quarto di questa cifra è stato però erogato. Il saldo sarà stanziato entro la fine del 2026. Per il 2025 ci si aspetta che il PIL spagnolo superi il 2% rispetto a poco più dell'1% della zona euro, ma le prospettive a medio termine di questo paese restano più incerte: il settore turistico deve svilupparsi più in termini di qualità che di quantità, la sua industria non deve farsi contagiare dalla crisi degli altri Paesi del Nord Europa e il suo dinamismo non deve essere ostacolato dalla guerra commerciale annunciata da Trump, anche se, in questo scenario, esportando poco negli Stati Uniti, la Spagna non sarà tra i Paesi più colpiti.
Una Borsa sotto il segno del toro
I buoni risultati economici della Spagna non sono sfuggiti agli investitori: la Borsa spagnola è cresciuta del 28% nel 2023 e del 18% nel 2024. Le azioni spagnole si sono comportate meglio di quelle della zona euro negli ultimi due anni. Tuttavia, il Paese resta fuori dalle nostre strategie d’investimento. Per puntarci, segnaliamo solo un titolo da acquistare come posta extra-portafoglio: Ebro Foods (16,1 euro, ES0112501012).