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Inflazione eurozona sopra le attese: cambiano i piani della Bce?

Inflazione zona euro gennaio 2025

Inflazione zona euro gennaio 2025

Data di pubblicazione 03 febbraio 2025
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Inflazione zona euro gennaio 2025

Inflazione zona euro gennaio 2025

Il dato di gennaio sul carovita di eurolandia è sopra le attese di mercato. Come impatta sulla Bce? Cambia lo scenario?

Nella zona euro il 2025 si apre con un carovita superiore alle attese. L’indice generale, infatti, fa segnare un +2,5%, in accelerazione rispetto al +2,4% di dicembre e quindi superiore alle attese che si aspettavano un dato annuale stabile a quello dell’ultimo mese del 2024.

L’inflazione di fondo fa segnare ancora un +2,7% annuale, dunque sullo stesso livello di dicembre, e anche in questo caso risulta esser superiore alle attese di mercato (che prevedevano un +2,6%). L’inflazione dei servizi è passata dal 4% al 3,9%.

In generale, i dati odierni dimostrano come persistano pressioni inflazionistiche ancora forti nella zona euro, nonostante la Bce sia convinta che il carovita convergerà al 2% in questo 2025. Gli indicatori legati al costo del lavoro, però, secondo la Bce, sono tutti in discesa e dunque questo è un elemento fondamentale per centrare il 2% obiettivo.

Oggi, a tenere banco, però, sono le incognite economiche. Oltre alla debolezza dell’attività economica di eurolandia, ora si aggiungono le mosse di Trump, con i primi dazi a Canada, Messico e Cina e la promessa di imporli anche alla zona euro.

In generale, ad oggi non sembrano a rischio i futuri tagli della Bce: i mercati continuano a scontare almeno altri tre tagli in questo 2025 – se non addirittura un quarto, dopo quello della scorsa settimana.