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Pmi eurozona: come leggerlo in chiave Bce?

Indice Pmi zona euro e decisioni BCE

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Data di pubblicazione 21 febbraio 2025
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I dati sul Pmi di eurolandia mostrano una crescita fiacca, ma le informazioni sul lato dei prezzi...

L’attività economica di eurolandia rimane fiacca e delude così le attese. L’indice Pmi composito, infatti, a febbraio, secondo la stima preliminare, si ferma a 50,2 punti, come a gennaio, ma le attese si aspettavano un’accelerazione a 50,5 punti.

La stabilità dell’indice composito è la risultante di due diversi andamenti di manifattura e servizi. Il Pmi manifatturiero, infatti, accelera da 46,6 a 47,3 punti, facendo anche meglio delle attese fissate a 46,9. Essendo sotto quota 50, l’attività manifatturiera è ancora in contrazione.

Il settore dei servizi rimane ancora in espansione, ma quest’ultima diventa sempre più fiacca. A febbraio, infatti, il relativo indice ha rallentato da 51,3 a 50,7, quando le attese erano addirittura per un miglioramento a 51,5 punti.

I dati sul Pmi confermano che l’attività economica langue, come più volte detto anche dalla Bce. E questo dovrebbe essere un dato che rafforza la volontà di tagliare ancora i tassi. Ci sono però ancora dei rischi per quanto riguarda i prezzi.

L’inflazione dei costi, come i prezzi di vendita, hanno accelerato a febbraio, soprattutto nel settore dei servizi. Anche quindi con i dati del Pmi si evidenzia come una delle maggiori pressioni inflazionistiche per l’eurozona sia rappresentata dall’inflazione dei servizi. Questo rappresenta un argomento a favore di chi, in seno alla Bce, ritiene che ulteriori tagli dei tassi dovrebbero essere pesati attentamente.