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Francia e Germania: inflazione in calo. Come leggerlo in chiave Bce?

Inflazione Germania e Francia

Inflazione Germania e Francia

Data di pubblicazione 14 marzo 2025
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Inflazione Germania e Francia

Inflazione Germania e Francia

In due delle principali economie europee l'inflazione rallenta: una buona notizia per la Bce e per i tassi?

In attesa dei dati definitivi sul carovita di febbraio della zona euro nel suo complessivo, iniziano ad esser comunicati quelli di diversi Paesi. Venerdì 14 marzo è stata la volta di Francia e Germania, due delle più importanti economie della zona euro (il dato italiano sarà comunicato lunedì 17). A febbraio l'inflazione armonizzata ha ripreso la tendenza al ribasso nelle maggiori economie dell'area dell'euro. In Francia il carovita è infatti sceso allo 0,9%, il livello più basso dall'inverno del 2021. In Germania, è stato del 2,6%, rispetto al 2,8% di gennaio.

La Banca centrale europea, che non ha voluto impegnarsi per la continuazione del ciclo ribassista e si sta preparando ad agire in base ai dati che arriveranno di volta in volta, dovrebbe considerare questo come un segnale positivo. Un'inflazione più contenuta dovrebbe infatti consentirle di abbassare ulteriormente i tassi. Ciononostante, la Bce dovrà preoccuparsi dell'incertezza che grava sull'economia mondiale e osservare da vicino l'evoluzione dell'emissione di debito in Europa e quella della nostra moneta. Un taglio dei tassi avrà solo un impatto limitato se, allo stesso tempo, l'impennata delle emissioni di debito in Europa spingerà gli investitori ad aumentare la loro diffidenza nei confronti del debito europeo, chiedendo rendimenti più elevati.

Allo stesso tempo, il rimbalzo dell'euro a 1,08 dollari e il calo dei prezzi del petrolio hanno contribuito notevolmente al controllo dell'inflazione. Se la Bce riducesse nuovamente i tassi mentre la Fed li mantenesse invariati, ciò potrebbe minare  la nostra valuta sui mercati dei cambi, rendendo più costosi i prodotti importati, in particolare gli idrocarburi.