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Inflazione zona euro: cosa ne pensano i consumatori e la Bce?

Bce: attese consumatori su inflazione

Bce: attese consumatori su inflazione

Data di pubblicazione 29 aprile 2025
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Bce: attese consumatori su inflazione

Bce: attese consumatori su inflazione

La Bce ha pubblicato la sua indagine sulle attese di inflazione dei consumatori. Tuttavia, anche all'interno della stessa Bce ci sono diverse opinioni...

Negli ultimi mesi, l’attenzione dei mercati e delle autorità monetarie si è concentrata sempre più su un elemento tanto sfuggente quanto cruciale: le aspettative dei consumatori. Secondo l’ultima indagine della Banca Centrale Europea, la percezione dell’inflazione da parte delle famiglie dell’Eurozona è tornata ai massimi da quasi un anno. Una dinamica che alimenta il dibattito sulle prossime mosse della BCE in materia di politica monetaria.

La rilevazione – condotta mensilmente tra migliaia di cittadini – evidenzia che le aspettative sull’inflazione a un anno sono in risalita, segnalando un clima di incertezza persistente. Questo dato, apparentemente tecnico, ha implicazioni molto concrete: se i consumatori si aspettano prezzi più alti, tenderanno a modificare le proprie abitudini di spesa.

In parallelo, dalla BCE arrivano segnali però segnali diversi. Tra i vari esponenti c'è infatti chi ha dichiarato che i tassi d'interesse potrebbero essere ridotti già nella prossima riunione di giugno, con due o tre tagli possibili entro fine anno. Una prospettiva confermata anche dalle previsioni di mercato, che scommettono su una politica monetaria più accomodante per sostenere la domanda.

Il contesto però è tutt’altro che semplice. Da un lato, la BCE si mostra ottimista sul ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% – atteso nel 2025. Dall’altro, pesano fattori esterni come i dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti, che potrebbero frenare la crescita globale e quindi anche la dinamica dei prezzi. Paradossalmente, questi dazi – nati per proteggere l’economia americana – rischiano di avere un effetto depressivo sull’inflazione europea, costringendo la BCE ad agire con più decisione.

Non solo. Anche l’apprezzamento dell’euro e il calo dei prezzi dell’energia contribuiscono a raffreddare le spinte inflazionistiche. E mentre il tasso sui depositi potrebbe scendere fino all’1,5%, cresce il dibattito interno alla Banca centrale tra chi spinge per una maggiore rapidità nei tagli e chi invita alla prudenza.

Le aspettative dei consumatori, dunque, non sono solo uno specchio della realtà economica, ma anche un timone per le decisioni future. Se la BCE riuscirà a guidarle in modo efficace, potrà riportare stabilità senza sacrificare la crescita. Ma il cammino è stretto, e il margine d’errore si assottiglia.