L'economia degli Stati Uniti ha registrato un inatteso rallentamento nel primo trimestre del 2025, con il Pil che è diminuito a un tasso annualizzato dello 0,3% (le attese erano per +0,2%). Questo dato segna la prima contrazione dal primo trimestre del 2022 e rappresenta una netta inversione di marcia rispetto alla crescita del 2,4% osservata nel quarto trimestre del 2024.
COSA HA DETERMINATO QUESTO ANDAMENTO?
Secondo la stima preliminare la diminuzione del Pil nel primo trimestre ha riflesso principalmente un aumento delle importazioni e una diminuzione della spesa pubblica. L'aumento delle importazioni, che sono una sottrazione nel calcolo del PIL, è stato particolarmente significativo, registrando un balzo del 41,3%. Questa impennata è stata trainata da beni di consumo, in particolare prodotti farmaceutici, medicinali e vitamine, e da beni strumentali come computer e componenti. Questo aumento delle importazioni è stato in parte attribuito agli importatori che hanno preordinato prodotti per anticipare l'implementazione dei dazi annunciati dall'amministrazione Trump. La spesa pubblica federale ha visto il suo calo più netto dal primo trimestre 2022, diminuendo del 5,1%. La spesa pubblica nel suo complesso ha mostrato una diminuzione.
Questi movimenti sono stati parzialmente compensati da aumenti negli investimenti, nella spesa dei consumatori e nelle esportazioni. La spesa dei consumatori è aumentata dell'1,8%, il ritmo più lento dalla metà del 2023. L'aumento della spesa per i servizi è stato generalizzato, guidato da assistenza sanitaria, alloggi e utenze, mentre un aumento del 2,7% nei beni non durevoli è stato parzialmente bilanciato da una diminuzione del 3,4% nei beni durevoli.
Gli investimenti fissi sono aumentati del 7,8%, il massimo dal secondo trimestre 2023. Gli investimenti delle imprese (sono aumentati del 21,9% nel primo trimestre, dopo un calo del 5,6% nel quarto trimestre 2024. Gli investimenti non residenziali sono aumentati del 9,8%, trainati da un incremento del 22,5% nella spesa per attrezzature. Quest'ultimo dato rappresenta il ritmo più veloce dal 2020.
COSA SUCCEDERÀ IN FUTURO?
Se in questo primo trimestre la paura dei dazi ha fatto anticipare le importazioni, portando così in rosso la crescita, nei mesi successivi potrebbero, se effettivamente applicati, comportare ancora più dolori all’economia Usa. I dazi, infatti, come quelli del 25% su Canada e Messico e del 10% sulla Cina annunciati a febbraio 2025 (sebbene quelli su Canada e Messico siano stati sospese fino al 2 aprile), rischiano di essere costosi. Potrebbero aumentare l'inflazione core dello 0,5% entro fine anno, ritardando i tagli dei tassi, Non solo, i dazi funzionano come un aumento delle tasse, inaspriscono le condizioni finanziarie e aumentano l'incertezza per le imprese" pesando sulla crescita del Pil.
Il quadro economico si presenta "meno roseo" oltreoceano, con gli Stati Uniti che affrontano i limiti di un ciclo economico maturo. L'incertezza politica e l'impatto delle politiche commerciali rimangono determinanti chiave per l'evoluzione dell'economia americana nei prossimi mesi. Un eventuale secondo trimestre consecutivo di contrazione del PIL indicherebbe una recessione tecnica.